La Svizzera sarà la seconda rivale degli azzurri ad Euro 2020. Le due nazionali si sfideranno all’Olimpico il 17 giugno e per il ct degli elvetici Vladimir Petkovic sarà un tuffo nel passato, visto che ha allenato la Lazio, vincendo anche la Coppa Italia nel derby, che era anche la finale, contro la Roma. Ma i rapporti con il presidente Claudio Lotito non sono rimasti buoni e allora, fatta la scelta fare base a Roma durante il torneo continentale, la Svizzera non potrà soggiornare a Formello. Ironia del destino, è stata scelta Trigoria e quindi la casa della formazione giallorossa, dove i dirigenti elvetici hanno ispezionato minuziosamente i campi di allenamento, visto che la notizia degli infortuni a catena degli anni scorsi nella Roma è giunta anche in Svizzera. Da Trigoria la Svizzera farà la spola con Baku: a 4.000 chilometri di distanza e tre ore di fuso orario. Da qui, la necessità di trovare un albergo vicino all’aeroporto e per questo è stato scelto uno a 10′ dallo scalo di Fiumicino.
La Svizzera, che agli Europei ha come suo miglior risultato l’ottavo di finale raggiunto quattro anni fa, quando venne eliminata ai rigori dalla Polonia, arriva con la convinzione di poter superare la prima fase, nonostante la presenza di rivali scorbutici come Galles e Turchia. Petkovic ha ammesso di non considerare l’Italia, perché dà per scontato che chiuderà il girone al primo posto: perché “è un vantaggio enorme giocare tutte tre le partite in casa”, ha voluto precisare il commissario tecnico. Per arrivare al torneo, che assegnerà il titolo, la Svizzera ha vinto il Gruppo D delle qualificazioni con una lunghezza di vantaggio sulla Danimarca (17 punti contro 16). Petkovic è in carica dal 2014: in questo Europeo, al di là delle dichiarazioni ufficiali, si gioca la conferma, anche se nella terra d’adozione (è originario di Sarajevo) gode di ottima considerazione, visto che con lui la Svizzera si è qualificata per la terza volta consecutiva, dopo Euro 2016 e i Mondiali di Russia 2018, a una grande manifestazione. Tre anni fa sembrava potesse tornare in Italia, per allenare nuovamente in Serie A, al posto di Montella al Milan, ma alla fine è rimasto sulla panchina di questa Svizzera che non avrà fenomeni, ma è formata da un gruppo di giocatori che si conoscono a memoria e che a volte riescono a dare anche spettacolo per il gioco spumeggiante che possono esprimere. Il problema è che, come dice Petkovic è che “molti dei miei non sono titolari nelle rispettive squadre”. Emblematici i casi di Shaqiri nel Liverpool e di Xhaka nell’Arsenal. Ora il tecnico, nel suo 4-4-2, vuole inserire una grande promessa del calcio elvetico, il ‘millennial’ Noah Okafor, esterno mancino d’attacco classe 2000 ex del Basilea e oggi al Salisburgo.
Ansa