La Gazzetta dello Sport (F. Licari) – L’hanno sollevata più volte e sfiorata in tante altre occasioni. Gasperini, Moyes, Xabi Alonso, Amorim, Marcelino e Pellegrini rivali temibilissimi in panchina. Non parliamo di De Zerbi, sicuramente il più atteso: il suo Brighton è il pericolo vagante fuori dalla prima fascia.
Se non fosse l’Europa League qualche dubbio potrebbe venire: leggendo nomi e fasce del sorteggio dei gruppi (oggi alle 13 a Montecarlo) si capisce che è un’Europa League spettacolare. Due le italiane, Roma e Atalanta: sono teste di serie e vanno all’assalto di una coppa sfuggita ai giallorossi l’anno scorso in finale, tra le polemiche per l’arbitraggio di Taylor e le agitazioni in panchina che hanno portato alla squalifica di Mourinho. Questa è una gran bella Europa League. E i gruppi contano più che in Champions perché passa soltanto la prima: la seconda va agli spareggi.
Il montepremi è 465 milioni, meno di un quarto della Champions (oltre 2 miliardi). Chi vince non va oltre i trenta-quaranta milioni complessivi. Ai blocchi di partenza sono Roma e Liverpool le grandi favorite. Dopo due finali consecutive, Conference vinta ed Europa League persa, si può dire: con Mou i giallorossi hanno ritrovato una dimensione europea. Il Liverpool è una grande un po’ decaduta, oscurata dal City, ma in Premier gli equilibri sono molto instabili. Hanno i grandi nomi. Lukaku, Dybala, Aouar, Pellegrini nella Roma. Salah, Darwin Nunez, McAllister e Alexander-Arnold con Klopp. Da Champions, appunto.