L’elogio alla follia chissà, potrebbe anche essere una chiave. Di certo la Roma stasera ha bisogno di vincere, sicuramente di segnare al meno un gol per garantirsi un futuro, breve o lungo che sia. E nella città di Erasmo, tra filosofie del passato ed architetture futuristiche che sembra di essere dentro un grande cubo di Rubik, Garcia va anche a caccia di una vittoria che possa finalmente annullare quella famosa malattia, la «pareggite acuta», che sembra proprio non volerlo abbandonare. «E se servirà essere un po’ folli va bene, l’importante è tornare a casa con un successo e con la qualificazione agli ottavi — dice il tecnico francese — Una squadra che vuole vincere deve sapersi prendere anche dei rischi. Se servirà essere folli, proveremo anche ad esserlo».
CERCASI GOL – In una Rotterdam dove fino a ieri non girava lo straccio di un tifoso giallorosso, Garcia sa bene che oggi sarà tutt’altro giorno. La gente arriverà e salirà la pressione. Dentro e fuori, in campo e non. Con mille occhi puntati sulla sua Roma, quella che negli ultimi due mesi sembra aver perso la via maestra e chissà che non la possa ritrovare proprio lungo il ponte di Erasmo, che porta quasi dentro al catino infuocato del De Kuip. «Abbiamo grande voglia di qualificarci e per farlo dovremo essere bravi a ripetere la partita dell’andata, magari con un pizzico di fortuna in più — continua — Ma dobbiamo sa per anche giocare, il Feyenoord è una squadra che ha qualità, sa ripartire. All’andata abbiamo avuto tante occasioni, stavolta dovremo essere bravi a concre tizzarle. Il calcio è così, quando hai le occasioni devi essere bravo a segnare. Sarà così anche questa volta e dovremo saper colpire al momento giusto».
PROVINI E INFORTUNI – Per cercare di compattare ancora di più il gruppo e perché poi quando le cose vanno male è sempre meglio stare tutti insieme che non, Garcia ha deciso di portare a Rotterdam anche Florenzi ed Iturbe. Difficilmente però saranno in campo, se non addirittura neanche in panchina. Anche se per Florenzi stamattina ci sarà un provino in extremis in palestra per vedere come reagisce la caviglia sinistra, quella martoriata a Verona da Hallfredsson, e capire se potrà almeno essere tra i 18. Piuttosto, ieri si è fermato anche Doumbia, che ha lasciato l’allenamento per un problema alla schiena. A qualcuno è scappato un risolino, non fosse altro per le ultime prestazioni dell’ivoriano. Anche per lui, però, si valuterà in giornata per capire se Seydou potrà esserci (molto più in panchina che in campo) o meno.
OLTRE LA COLLINA – Che poi, a conti fatti, una vittoria stasera vorrebbe poter dire veramente svoltare verso il sole e scavallare magari la collina, trovandosi un orizzonte totalmente diverso davanti a sé. «In queste ulti me settimane non abbiamo mai perso, ma neanche vinto — continua Garcia — Ecco ci servono le vittorie per dimostrare il valore dei ragazzi, che resta quello di prima. Per riuscirci do vremo essere più efficaci davanti e non avere episodi sfavorevoli come il gol che abbiamo preso in fuorigioco all’andata, per esempio. Stavolta però sarà diverso, sarà come una gara secca». Con la differenza che la Roma deve segnare però almeno un gol. E se riuscirà a farlo, stavolta non dovrà cadere nella tentazione di abbassarsi troppo. «Abbiamo passato gennaio a rincorrere, è umano che nelle ultime occasioni, trovatici in vantaggio, la squadra abbia indietreggiato per proteggere il risultato». E allora, magari, folli per folli che la Roma si conceda qualcosa in più. Dovessero ser vire due o tre gol, che si abbondi anche.
La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese