Niente amichevole «risarcitoria» tra Olanda e Italia. La proposta, lanciata dal sindaco Ignazio Marino, dura lo spazio di un mattino. Poi, nonostante le parole del primo cittadino («sono sicuro che la partita si farà») arriva la doppia «gelata». Una, più diretta, della Federcalcio olandese. L’altra, seppur più velata, del numero uno italiano Carlo Tavecchio. E Marino, così, si ritrova in compagnia solo del «collega» di Rotterdam Ahmed Aboutaleb, che pure però mette le mani avanti: «Le uniche titolate a decidere se e quando calendarizzare l’incontro sono le federazioni». Solo che dalla Knvb, la nostra Figc, arriva il no: «Troviamo anche noi triste quanto è successo a Roma — dice il portavoce Bas Ticheler — ma noi non ne siamo coinvolti. Questi tifosi di club si sono comportati male in una città straniera. La vicenda riguarda una competizione che non è organizzata dalla Knvb. Sarebbe strano se agissimo». Discorso chiuso, insomma.
Prima ancora che si potesse aprire davvero, superando anche le problematiche legate al calendario internazionale e agli accordi tra le rispettive nazionali: Italia e Olanda, infatti, hanno già giocato sia nei Paesi Bassi (Amsterdam, 6 febbraio 2013, risultato 1-1), sia da noi (Bari, 4 settembre 2014, 2-0 per gli azzurri). E una nuova amichevole, nel quadro delle intese per diritti tivù, sponsor e incassi di pubblico, non si può fare prima del novembre 2015. Se non, addirittura, a giugno 2016. Tra l’altro, anche Tavecchio frena. Era stato Marino a chiamarlo in causa: «Ho parlato con il presidente della Figc, che si è dimostrato entusiasta di questa idea. Sono sicuro che riusciremo a realizzarla». Tavecchio, però, a stretto giro di posta replica: «Pur senza avere colpe ci siamo messi a disposizione con il sindaco Marino per la Barcaccia, ma più in là non possiamo andare». E il farsi portavoce della richiesta di organizzazione della partita? «Non dipende da noi. Le nostre amichevoli — dice Tavecchio — sono già finite contrattualmente, è un’idea che ho appoggiato ma dipende dagli olandesi, visto che si dovrebbe giocare a Rotterdam, non a Roma». Più prudente, infatti, era stato Paolo Masini, assessore allo Sport: «La nostra proposta ha avuto ottimi riscontri. Ringrazio i presidenti Malagò e Tavecchio per averla colta fin da subito. Mi auguro che anche la Federcalcio olandese, colga questa occasione perché credo sia utile a tutti uscirne così». Quello che resta, alla fine, è la solidarietà tra le due città. Nel colloquio telefonico con Marino, Aboutaleb ha sottolineato che «sono in corso diverse iniziative di raccolta fondi, a Rotterdam, ad Amsterdam e anche a Roma, per raccogliere le risorse necessarie a ripagare i danni causati dalla violenza dei tifosi. A voler contribuire sono intellettuali, aziende e singoli uomini d’affari, e renderò personalmente note le offerte tra 72 ore». Tra le iniziative, quella denominata «Wij zijn romeinen» («Anche noi siamo romani») promossa da cinque cittadini olandesi, ai quali Marino ieri ha risposto per lettera. E poi c’è il sit-in (oggi davanti l’ambasciata olandese) che le associazioni Roma Pulita, Retake Roma, Museando@Roma e Volontari Decoro Tredicesimo. Slogan, «siamo tutti nella stessa barca!». Ma non nello stesso stadio.
Corriere della Sera – E. Menicucci