Ettore Viola, il figlio del Presidente: “Mio padre si innamorò della Roma a 11 anni”

Il figlio del presidente Viola, Ettore, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Leggo. Queste alcune delle sue parole:

C’è una famosa foto in cui Totti stringe la mano a Dino Viola.
Fu scattata a Trigoria, nel Natale del 1990. Fu l’ultimo Natale di papà. In quel periodo voleva portare Falcao sulla panchina della Roma.

Falcao, mio padre, allenatore della Roma?
Si, era tutto fatto. Si sarebbero dovuti incontrare a Cortina per firmare il contratto, però il presidente pochi giorni dopo si ammalò e fu l’inizio della fine.

Che rapporto c’era tra Viola e Falcao?
Ottimo, anche se con Paulo e Cristoforo Colombo ogni rinnovo di contratto era una battaglia. Ci tengo a smentire una leggenda metropolitana collegata al suo passaggio all’Inter. Non fu Andreotti a far saltare la trattativa come si racconta.

E cosa accadde?
Bastò una telefonata, a cui ho assistito personalmente, tra mio padre e l’allora presidente dell’Inter Fraizzoli. Mio padre era arrabbiato con Mazzola perché aveva trattato direttamente con Falcao, che era sotto contratto. Fraizzoli capì, da galantuomo quale era, che avevano sbagliato e per non rompere i rapporti, non prese Falcao.

C’è appena stata Roma-Juventus, la partita per eccellenza dei tempi di suo padre.
La sfida di mio padre era fronteggiare la Juve e ci riuscì alla grande, nonostante la potenza della Fiat e della famiglia Agnelli.

Ricorda l’aggressione subita da suo padre al Comunale di Torino?
Parlare di aggressione è eccessivo. Ma lui e mia madre furono spintonati, fuori dalla tribuna autorità; ci rimasero molto male.

C’era qualche calciatore preferito dal presidentissimo?
Li amava. Talmente innamorato che spesso toglieva alla famiglia per dare a loro. Quando avevo bisogno di alcuni biglietti non andavo a chiederglieli direttamente, ma mandavo Sebino Nela o Agostino Di Bartolomei a prenderli per me. Sapevo che mio padre a loro non avrebbe detto di no.

Cosa ha rappresentato lo Scudetto? 
Il coronamento del sogno di mio padre. Si innamorò della Roma quando arrivò in città all’età di 11 anni. Quello scudetto fu la sua grande gioia da presidente e da tifoso.

 

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