La Repubblica (G. Romagnoli) – L’eresia è uno scandalo. Una contraddizione della verità rivelata. Una rovina sia per chi la professa che per chi la contrasta. A volte è soltanto un’altra possibilità. Una variazione del modulo. Gli allenatore che non la inventano la patiscono. I giocatori ne portano le conseguenze.
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Spinazzola, per dire. Un terzino che gioca così alto da lasciare più impronte negli ultimi venti metri che nei primi. Uno che dribbla, che spinge il telecronista nel sottosuolo linguistico in cui “con una sterzata mette a sedere l’avversario”. Che strano treno: si fa tutta la rotaia, poi a un certo punto allegramente deraglia, ma è nello scarto che trova la destinazione.
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Spinazzola non piace a chi preferisce una plusvalenza a un cross, a Cristiano Ronaldo. In Nazionale è diventato titolare all’improvviso, con un biglietto preso nel vento. Contro la Turchia è stato il migliore, insieme con Berardi e Jorginho. In Europa aveva già fatto una partita altrettanto spettacolare, ma con la maglia della Juventus, al ritorno contro l’Atletico Madrid. Anche allo spinse e sterzò. Fu ceduto alla Roma per una plusvalenza di 26 milioni. La Roma lo scambiò con Politano dell’Inter, li fotografarono con le nuove sciarpe, poi l’affare saltò.