Enzo lo “sceriffo”, il padre discreto dietro il mito Totti

La Repubblica (M. Pinci) – Cosa c’è di più difficile che essere genitore? Forse, essere genitore di un mito. Papà Enzo si era calato nel ruolo del padre di un mito con assoluta discrezione, eppure se il figlio è diventato un simbolo gran parte di merito ce l’ha anche lo “sceriffo” come tutti lo chiamavano. Si è spento a 76 anni dopo una lotta contro il diabete e, da una settimana, contro il Coronavirus in un reparto specifico dello Spallanzani. Francesco nella sua biografia cita la parola papà 29 volte e lo riconosce come l’uomo che per primo capì il suo talento. Quando era piccolo lo spingeva ad affrontare i più grandi per superare i suoi limiti. Cosi Enzo insegnava al figlio che un limite è solo un’opportunità di crescita. E quando iniziò a muovere i primi passi trovò un altro modo per motivarlo: “Sei una pippa, tuo fratello Riccardo è molto più forte di te”. Non si è perso una partita del figlio e trovò il coraggio di rifiutare 150 milioni di lire dal Milan nel 1989.

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