Tornerà presto a essere un impianto sportivo a disposizione della città lo storico campo Testaccio, casa dell’As Roma dal 1929 al 1940. Lo fa sapere il Campidoglio dopo che il caso è stato sollevato dall’Agi. La struttura fa parte della lunga lista delle opere incompiute che da un decennio bloccano la modernizzazione della Capitale lasciando delle vere e proprie ferite nel tessuto urbano. Un’operazione ideata durante i lunghi anni del centrosinistra al governo della città, che aveva programmato di realizzare box e posteggi sotto il campo da gioco, naufragata con la trasformazione dell’area in una discarica a cielo aperto. Entro il mese di aprile dovrebbe essere fatto un primo passo verso il recupero della zona affacciata su via Nicola Zabaglia dove sorgeva il vecchio impianto, facendo rientrare quest’ultimo tra le strutture classificate come sportive di proprietà del Campidoglio. Attualmente la zona è “derubricata” a posteggio. E’ in corso di preparazione il testo di una delibera, a firma dell’assessore allo Sport Daniele Frongia e di quello alla Mobilità Linda Meleo, per espungere dal Piano Urbano Parcheggi una serie di località tra cui quella dove si trovava lo storico impianto giallorosso. Lunedì 20 febbraio si riuniranno in seduta congiunta le commissioni capitoline Sport e Mobilità per avviare il procedimento. La vicenda amministrativa che ha ridotto l’ex impianto sportivo in stato di abbandono si trascina ormai da oltre dieci anni. Nel 2006 la giunta di Walter Veltroni inserì l’area tra quelle dove realizzare una struttura del Piano Urbano Parcheggi, due anni dopo partirono i lavori. Questo nonostante il campo fosse stato soggetto a un restyling terminato solo nel 2000 che aveva restituito un impianto di calcio al quartiere di tradizione popolare.
L’appalto era stato vinto dal Consorzio Romano Parcheggi per creare una serie di box interrati, 70 stalli a rotazione per le automobili, e poi ricostruire anche il campo soprastante con tanto di spogliatoi e tribune. Chiusura dei cantieri prevista per il 2011. Ma tra ritrovamenti archeologici e problemi tecnici l’opera sostanzialmente non è mai decollata, tanto che è subito partita una controversia legale tra Campidoglio e costruttori. A settembre 2015 l’epilogo: il Consiglio di Stato ha revocato definitivamente la concessione al Consorzio Romano Parcheggi riconoscendo che il campo dovesse tornare nella disponibilità del Comune. Nel frattempo sul vecchio terreno di gioco e’ cresciuto solo il degrado: l’area è ormai una discarica ed è infestata dai topi. Una stima parla di danni per circa 1,3 milioni di euro solo per il campo di calcio. L’ex concessionario è stato invitato a ripristinare lo stato dei luoghi ma finora non ha mai proceduto in tal senso ed è ancora aperta una causa proprio su questo aspetto. In questi giorni è stata effettuata una prima derattizzazione dell’area circostante e nelle prossime settimane ne seguiranno altre vista anche la vicinanza con dei plessi scolastici. Intanto l’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari si è impegnata a stilare un cronoprogramma che preveda tempi e mezzi per l’intervento di bonifica del campo. Una volta tornato a essere classificato come struttura sportiva il campo dovrebbe poi essere messo a bando con il nuovo regolamento comunale sugli impianti sportivi. Da Torino arriva un esempio virtuoso di recupero di una struttura simile. Il Torino, tramite la Fondazione Stadio Filadelfia, sta recuperando lo storico stadio della squadra granata. I lavori sono quasi terminati, il 25 maggio verrà restituito alla città e ospiterà il nuovo centro sportivo, dotato di un campo principale da gioco con tribune per 4 mila spettatori e uno secondario destinato agli allenamenti della prima squadra e della Primavera.
AGI