Corriere dello Sport (L. Scalia) – Una settimana incredibile. È quella che ha vissuto Manu Koné, catapultato prima dentro la Roma di Daniele De Rossi e poi nella Francia di Didier Deschamps. Il momento speciale l’aveva spiegato il centrocampista: “Sto alla svolta della mia carriera, ho più ambizioni”. Detto, fatto. Prima ha fatto innamorare i tifosi giallorossi giocando 20 minuti superlativi contro la Juventus con quei giochi di prestigio che sono diventati rivali sui social (colpo di tacco in progressione, scivolata, tunnel e palla in profondità nel giro di pochi secondi), di seguito ha esordito in corsa con la maglia della Francia, prendendo il posto di uno spento Fofana proprio di fronte all’Italia e salvando sulla linea un potenziale gol di Calafiori.
La sua è stata una prova positiva in una serata nerissima per i Blues, travolti dall’onda azzurra al Parco dei Principi. “Un naufragio? Credo che sia un po’ troppo severo, abbiamo solamente perso. Speravamo di fare meglio – ha detto Koné a fine gara riferendosi alla sconfitta di Parigi –. Siamo una squadra, vinciamo insieme e perdiamo insieme. Non è una questione di fragilità, dovevamo essere più efficaci in entrambe le fasi e ci è mancata anche l’energia. Cercheremo di fare meglio contro il Belgio. Abbiamo qualità, ci sono grandi giocatori in questa squadra. Siamo competitivi e non eravamo felici nello spogliatoio. Abbiamo perso in casa, ma ci rialzeremo. Speriamo che tutti i tifosi ci sostengono. Il mio esordio? È un motivo di orgoglio dal punto di vista individuale, ma alla fine speravo solo di vincere questa partita”. Koné adesso ci crede e spera di giocare titolare la prossima gara, cioè quella di domani contro il Belgio di Saelemaekers. Koné è stato al centro di un derby di mercato tutto italiano. Il Milan lo voleva, Ibrahimovic l’aveva individuato come la soluzione ai problemi del centrocampo rossonero, ma la Roma ci hanno creduto di più su input di Daniele De Rossi, presentando un’offerta quasi in extremis impossibile da rifiutare: 3 milioni l’anno al centrocampista e 18 milioni più 2 di bonus al Borussia Mönchengladbach con l’obbligo di riscatto.
Non è un mistero: DDR stravede per Koné e lo aspetta a braccia aperte a Trigoria. Perché è quell’elemento che mancava nella rosa. Del resto, siamo di fronte ad un centrocampista dinamico, dotato di corsa, velocità di pensiero e colpi. Il francese rappresenta un punto di rottura totale con il passato, rispetto a una linea mediana piena di “limiti” dettati dalle caratteristiche di Paredes, Cristante e Pellegrini, non più così inamovibili. Adesso, oltre alla concorrenza interna, l’allenatore avrà più soluzioni in una stagione che sa di spartiacque, a prescindere dal modulo. Koné, va detto, non è una fotocopia di Renato Sanches né di Wijnaldum, nomi altisonanti che non hanno inciso in giallorosso, ma un elementobox to box giovane (23 anni) e di prospettiva, tra l’altro capace di trasformarsi da mediano a mezz’ala senza abbassare gli standard delle prestazioni. Non solo. In Bundesliga il suo nome compare in tantissime classifiche: è stato tra i migliori per palle recuperate e contrasti vinti. Già, è un ruba palloni che mescola esplosività e forza fisica.