Il Corriere Dello Sport (R.Maida) – Si è riscaldato giocherellando con le palline da tennis, che sembravano incollate al suo piede destro, su e giù senza toccare mai terra. E’ stato anche un modo, tra gli spettatori incuriositi del Foro Italico, per allontanare la tensione della partita più importante: dentro a Milan-Roma, c’è la notte speciale di Stephan El Shaarawy che cercherà di contribuire alla vittoria della squadra in cui gioca (non si sa mai: e se il Frosinone…) ma nello stesso tempo non potrà ignorare la nobiltà dell’avversario, che è ancora proprietario del suo cartellino.
RISCATTO – E’ più un discorso emotivo che contrattuale. Perché Sabatini l’ha annunciato ufficialmente: El Shaarawy verrà riscattato dalla Roma per i 13 milioni pattuiti a gennaio. Nessuna sorpresa. Dopo l’Europeo e le meritate vacanze, il Milan dovrà considerarlo un ex. Talento enorme e mai sbocciato completamente, finché rossonero. La Roma ha tempo fino al 15 giugno per depositare il denaro alla controparte. E lo farà, approfittando dei crediti acquisiti nelle transazioni dell’estate scorsa per Bertolacci e Romagnoli.
RITROVO – Certo per El Shaarawy non sarà facile rientrare a San Siro da avversario. Sarà la prima volta in assoluto, considerando che nel primo semestre della stagione era finito al Monaco. La sua ultima volta al Meazza, con la maglia del Milan, risale al 24 maggio 2015. Stephan se ne ricorda bene perché segnò una doppietta, al Torino, che sembrava preludere a un futuro migliore, dopo la frattura al piede che gli aveva tolto mezza stagione. Invece in estate, dopo i colloqui con Galliani, ha preferito cambiare aria. Sentiva scetticismo attorno a sé, anche qualche voce poco carina sulla sua vita privata, e allora ha deciso di tagliare i ponti con il passato, ingolosito dai 3 milioni netti a stagione che gli offrivano a Montecarlo. Al Milan tutto sommato andava bene: il Monaco pagava 3 milioni per il prestito più 13 per l’eventuale acquisto.
SALVO – Ma i rapporti con l’allenatore Jardim, che lo utilizzava prevalentemente come centravanti e cercava giocatori con altre caratteristiche sulle fasce, sono stati da subito complicati. E a gennaio El Shaarawy è stato rimandato a casa per evitare che maturasse la venticinquesima presenza stagionale e quindi l’obbligo d’acquisto. Sembrava un giocatore perso, sembrava un costoso gingillo, un reietto inutilizzabile anche per la Nazionale, finché non sono arrivati Sabatini e Spalletti. Che gli hanno parlato, gli hanno spiegato, hanno capito. E poi hanno deciso di scommettere sul suo rilancio: alla luce dei risultati – 7 gol e 2 assist in 15 presenze – la scelta è stata azzeccata. Il giocatore giusto al momento giusto.
SENTIMENTI – Ora capita l’incrocio con un passato che non diventerà mai futuro. El Shaarawy si presenterà con tanto rispetto al Milan, a cui rimane riconoscente per averlo promosso nel grande calcio. Spera di non essere fischiato dagli ex tifosi, con i quali ritiene di essersi sempre comportato correttamente. E in caso di gol non esulterà, non avendo rivincite da prendersi. Non ne aveva nemmeno a Genova, il 2 maggio, al cospetto della squadra del cuore. Dopo la rete decisiva, davanti ai familiari commossi, non ha avuto il coraggio di gioire. Ma non per questo ha tremato quando si è trattato di ideare il tiro vincente.