La Repubblica (P. Torri) – Una questione di testa. È la nostra, sintetica risposta per spiegare la Roma che non è riuscita a centrare la terza finale consecutiva europea dopo i 180 (più recuperi) da parte di un Bayer Leverkusen che ha confermato di essere una squadra in missione per conto degli dei del calcio. Una questione di testa da intendersi non tanto come concentrazione, quanto come precisione, con tanto di beffa finale.
Basta ripercorrere le due sfide contro campioni di Germania tanto belli in campo quanto brutti fuori (programma per la finale dato alle stampe prima di giocare la partita di ritorno, le inaccettabili dichiarazioni di una dirigenza che sin dalla culla deve aver fatto a cazzotti con l’eleganza e l’intelligenza, le prese in giro al fischio finale da parte di alcuni scorretti giocatori di Xabi Alonso, la diffusione a fine partita di Bella ciao che per quanto ci riguarda può essere solo un orgoglio) per dare i contorni della realtà a quello che sosteniamo.
Colpo di testa numero uno stadio Olimpico, minuti iniziali, Lukaku va su, tira una capocciata che si è sentito il rumore in tribuna, il pallone si stampa sulla traversa.
Colpo di testa numero due: sempre gara d’andata, i tedeschi sono in vantaggio grazie a un assist di Karsdorp, calcio d’angolo a favore della Roma, Cristante incoccia il pallone come aveva fatto a Udine per il gol vittoria solo che questa volta il pallone sfila a lato.
Colpo di testa numero tre: ancora Olimpico, minuti finali, la truppa di Alonso è avanti di due reti, arriva un pallone nell’area teutonica. Il portiere non prende neppure le farfalle, il pallone è sulla testa di Abraham, a due metri dalla linea bianca, la porta è vuota, l’inglese è solo, basterebbe appoggiare per rendere meno eroica la sfida di ritorno, invece quel pallone sfila sopra la traversa.
Colpo di testa numero quattro minuti iniziali della partita di ritorno, c’e c’è un cross dalla destra, Pellegrini è solo a dieci metri dalla porta, va a incocciare forse troppo bene il pallone, il portiere para quasi senza render sene conto.
Colpo di testa numero cinque, quello ancora più fatale: Leverkusen, la Roma ha pareggiato i conti trasformando con Paredes due sacrosanti rigori (capito Taylor?), c’è un angolo per i tedeschi, Svilar dopo aver parato tutto, cicca l’uscita disturbato da Smalling, il pallone ricompare alle sue spalle e va a sbattere sulla testa di Mancini che lo mette incolpevolmente nella sua porta, beffa finale di una doppia sfida in cui gli episodi, come sempre più di sempre, hanno determinato il risultato finale.