Corriere dello Sport (R. Maida) – Faticosa ma piena. È stata un’altra vittoria complicata, ma diversa dalle precedenti. Molto più ricca. La Roma ha finalmente sprigionato un elemento che non aveva ancora potuto valorizzare del tutto: la qualità. Basta rivedere l’azione del 2-1, quattro tocchi precisi e rapidi per liberare Dybala al tiro, per immaginare le prospettive di una stagione che è cominciata male ma sta assumendo contorni intriganti.
Qui però è entrato in scena il fuoriclasse: José Mourinho. Ha sfruttato al massimo le risorse della panchina, dove sono rimasti seduti calciatori importanti come Belotti e Aouar, e ha ridisegnato la squadra senza perdere tempo: prima dentro El Shaarawy e Azmoun per Spinazzola e Pellegrini, con il passaggio al 3-4-2-1, e dopo la mezzora spazio alla freschezza dei ventenni, Bove e Zalewski, che avevano addosso la voglia di prendersi la partita. La conseguenza è stata uno spostamento di baricentro immediato, con gli esterni a spingere l’Udinese dentro alla propria area e Bove e Cristante a mordere sulla trequarti con il pressing e i passaggi verticali.