Corriere dello Sport (C. Zucchelli) – Magari qualcuno, sentendo quel “spero di godermi Roma ancora un po”» avrà pensato: ma non poteva dire “ancora a lungo?”. Poteva, forse, Paulo Dybala. Ma non è tipo da false promesse o da parole al vento. Il numero 21 della Roma è, però, un tipo serio e un professionista vero. E se dice che l’obiettivo è “arrivare a marzo a lottare per obiettivi importanti” c’è da credergli.

Così come c’è da credergli quando parla e ragiona a titolo personale e di squadra. Perché della squadra, Paulo Dybala, è un leader non solo tecnico. La Roma, infatti, lo sceglie come testimonial in una serata importante, quella in cui all’Eur organizza il tradizionale meeting con gli sponsorDybala è la star, l’uomo che tutti vogliono vedere e ascoltare, il giocatore per cui anche importanti manager si trasformano in tifosi con il telefono in mano.

Lui lo sa perché sente l’affetto della gente sulla pelle: “Dopo un anno così importante per me e un cambiamento così grande, aver ricevuto tutto questo affetto dai tifosi è stato un sostegno incredibile, non me lo aspettavo. Vi conoscevo poco, ma mi avete fatto sentire subito a casa, questo mi rende più facile giocare meglio in campo. Ho cercato di darvi indietro, durante tutto l’anno, qualcosa di quello che mi avete dato voi il primo giorno al Colosseo Quadrato”. Ci è riuscito, anche se poi è mancato l’acuto finale. Dybala ripensa spesso a Budapest e non vede l’ora di tornare in Europa League per riprovarci.

I tifosi, invece, si augurano di vederlo con la maglia giallorossa (la sua è sempre la più venduta) ancora a lungo: “Sono sempre stato innamorato di Roma fin da bambino. Ero molto lontano, ma per quello che vedevo mi piaceva tanto. Era una delle mie città preferite al mondo. Oggi vivo qua e sia io che la mia famiglia stiamo bene qui. Credo sia magico imparare qualcosa di questa città e spero di godermela ancora per un po’”. La speranza dei romanisti è che “un po’” si trasformi in un “a lungo”. Magari con un nuovo contratto.