Corriere dello Sport (M.Evangelisti – A.Ancona) – Tutti volevano Montella, ex collega, per qualcuno ancora collega e di sicuro ancora amico, quando si cercavano nomi esotici per la panchina. E tutti vogliono Montella adesso che si cerca, o meglio bisogna pescare, un avversario nei quarti di Champions League. E’ normale: noi restiamo uguali, il mondo e i tempi intorno si trasformano. Oggi la Roma e la Juventus scoprono che cosa li aspetta oltre il primo turno a eliminazione diretta, superare il quale ha significato festa composta ma entusiasta per la prima e giusto la sufficienza per la seconda. Si gioca ai bussolotti senza regole: può capitare qualsiasi cosa ormai a Nyon, niente teste di serie, niente barriere etiche a impedire le sfide nazionali. Può capitare persino un Roma-Juventus, come no. Svantaggio: perdiamo una squadra. Vantaggio: ne portiamo di sicuro una sull’ultimo ostacolo prima della finale. C’è una foto costruita che gira per l’universo digitale: una bella ragazza dal corpo di ballerina e i tratti spagnoli seduta al bancone di un bar, con lo stemma del Siviglia sul petto. E intorno bellimbusti vestiti dei colori degli altri club giunti ai quarti che tentano di attirare l’attenzione di lei. D’accordo, è persino facile immaginare che si preferisca generalmente incontrare il Siviglia piuttosto che andare incontro a blindati tipo Bayern, Real, City.
Poi dire che prima o poi devi incontrare tutte è una bella baggianata. Meglio atterrare morbidi finché si può. Ogni passaggio del turno significa visibilità, soldi, morale e, se l’avversario non è troppo feroce, energie salvate. Gli ex giallorossi che abbiamo interpellato, comunque, non si limitano a fare nomi. Motivano la scelta. Chi parla della leggibilità del Siviglia in quanto squadra allenata da un italiano, chi mette a paragone le rose delle varie contendenti eccetera. La scelta sempre lì cade: visto che ogni passo avanti vale almeno una decina di milioni e che una volta arrivati in semifinale mettere limiti alla provvidenza sarebe peccaminoso, tutti chiedono Montella e il Siviglia per la Roma reduce dall’esecuzione dello Shakhtar. Tutti tranne uno, cioè Fulvio Collovati, difensore storico, critico calcistico reputato. Lui vorrebbe il Liverpool, non perché abbia tendenze suicide bensì perché sa benissimo come a tutti i romanisti sia rimasta qui la celebre finale di Coppa dei Campioni del 1984. Così Collovati vuole una rivincita mai ottenuta. E poi c’è la piacevolezza di incontrare nuovamente la faccia sorridente di Mohamed Salah, un volto amico che non riesci a immaginare ti guardi in cagnesco. Anche se nel caso lo farà, statene certi.