E ora Pallotta è all’angolo. Addio o rinnovo Tutto in 9 giorni

totti pallotta

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Magari James Pallotta una telefonata all’amico Andrea Agnelli la farà presto, per farsi spiegare come si esce dall’angolo di un ring. Perché oggi questo è, il presidente della Roma: un pugile in difficoltà, che non può restare fermo e una decisione deve prenderla, in un senso o nell’altro. E in un senso o nell’altro, saranno nevicate vere. E allora ecco che la telefonata potrebbe aiutare. Perché il 18 ottobre 2011 Pallotta era giusto un socio della Roma, non ancora il presidente. Ma quel giorno l’amico Agnelli annunciò agli azionisti della Juventus che quella in corso sarebbe stata l’ultima stagione di Alessandro Del Piero in bianconero, nonostante i «trombettieri » — Spalletti perdonerà per il copyright violato — spingessero per un ulteriore rinnovo.

IL BIVIO – Totti non è mai arrivato a forzare la mano in stile Del Piero con l’annuncio di una firma in bianco. Ma certo con il messaggio urbi et orbi al Tg1 ha messo allo stesso modo Pallotta davanti a un bivio. Bivio inevitabile, per carità: sarebbe arrivato in ogni caso perché previsto dalla mappa di un contratto con scadenza giugno 2016. Ma non con questa pressione, non dietro la spinta di uno stadio che stasera tornerà a osannare il capitano, non dietro l’assedio di una buona fetta della città che vorrebbe non arrivasse mai l’ora dell’addio. E allora, da dove riparte Pallotta? Il malessere del capitano sarà stata forse una sorpresa, non però la voglia di giocare ancora del numero 10, già comunicata nel caffè bevuto insieme l’11 dicembre in un hotel del centro. Ora è il momento del dentro o fuori. E mentre Totti fa capire di sentirsi più lontano da Trigoria di quanto non sia mai stato in un quarto di secolo, c’è da capire in quale modo Pallotta proverà a sorprenderlo. Di più: fino a che prezzo il presidente sarà disposto a sorprendere il capitano, oggi il primo a non credere in un rinnovo che lo porti a giocare in giallorosso oltre i 40 anni. Perché Pallotta, in questa storia, rischia comunque. Rischia se non rinvia almeno di una stagione la fine di una storia d’amore. E rischia pure nell’altra direzione, principalmente con l’allenatore scelto in prima persona per rilanciare il progetto Roma e agganciare il treno (e i soldi) della Champions. A meno che non sia tutto già stabilito. A meno che in quell’incontro a Miami prima della firma il tema Totti non sia stato già affrontato da Pallotta e Spalletti. Nel caso, la telefonata ad Agnelli sarebbe superflua.

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