Corriere dello Sport (J. Aliprandi e C. Zucchelli) – E adesso si va a caccia di rivelazioni. Di giocatori che possano garantire un valore al club sia dal punto di vista sportivo che finanziario, di elementi che possano arrivare anche a cifre ragionevoli ma allo stesso tempo che garantiscano un valore aggiunto alla formazione di Ranieri in questa stagione e poi per il prossimo allenatore del progetto che partirà la prossima estate. Insomma, la Roma adesso ha tempo di scoprire talenti, di trovare novità e sorprese dal mercato. Ed è per questo motivo che dopo l’addio di Tiago Pinto, la scadenza di molti contratti nel reparto e alcune scelte del club, adesso Florent Ghisolfi sta riorganizzando drasticamente l’area scouting che per troppo tempo non ha più prodotto grandi scoperte e novità da aggiungere alla formazione giallorossa.
Il primo tassello è stato aggiunto dall’inizio del mese: dal primo novembre è operativo Andrea Iore, tecnicamente nuovo Head of Recruitment della Roma. Trentadue anni, nato a Parigi ma di nazionalità italiana, ha lavorato a Leeds e rappresenta un profilo giovane, moderno e dinamico. Iore si è fatto le ossa accanto a Victor Orta, attuale diesse del Siviglia, e a Marcelo Bielsa, un altro come Ranieri che nel calcio non ha bisogno di presentazioni. Diciamo che lavorare con il tecnico argentino per la Roma è anche una garanzia.
L’altra novità al Fulvio Bernardini è rappresentata dalla rivoluzione che ha in mente Ghisolfi supportato dalla proprietà: cominciare a dare forma al dipartimento scouting con dei profili di qualità che siano specializzati in aree di competenza specifiche e che riescano ad integrare bene sia l’analisi dei dati sia l’occhio di chi osserva le partite dal vivo. I nomi? Per ora sono operativi quelli di Stathis Tavlaridis, ex Aek Atene e considerato in Grecia uno scopritore di talenti assoluto, Alessandro Leuzzi, ex Tottenham, Peyo Domenech, 30 anni ex scouting del Levante, e Luca Di Matteo. Altri innesti sono previsti nei prossimi mesi.