Corriere della Sera (M. Ferretti) – Dipende. Da che dipende? Da che punto guardi il mondo tutto dipende, ovviamente. Tipo: fa più notizia la Roma che tira in porta come nessun’altra squadra del nostro campionato, 117 conclusioni in 7 gare (fonte LegaserieA), oppure che in media le servono quasi 15 tiri per segnare un gol? Dipende, come detto. Dipende da che riflessione vuoi privilegiare. I dati stanno li, basta scegliere. Se mai, è singolare che due numeri così legati tra di loro possano portare a due valutazioni quasi opposte. Complimenti o critiche, una volta scelto il punto da cui osservare. Applausi o fischi, ce n’è per tutti i gusti. Se la Roma tira così tanto, vuol dire che tanto produce e che, quindi, non esiste un problema di gioco.
Tesi troppo azzardata? Chissà. Ma se la Roma segna così poco, vuol dire che i suoi giocatori hanno i piedi fucilati e che la responsabilità della penuria di gol non è ascrivibile all’allenatore? Azzardato pure questo? La verità da qualche parte dovrà pur stare. O no? La Roma ha segnato 8 reti, in campionato: 6 allo stadio Olimpico, dove ha raccolto due vittorie e una sconfitta in 3 gare. Lontano dalla Capitale due soli gol in 4 partite, chiuse due volte senza reti all’attivo (e neppure al passivo), e dove non ha mai vinto e non ha mai perso. Facile arrivare alla media punti: in casa 2 a gara, 1 fuori. Roma squadra casalinga, perciò? A leggere i numeri sì, poi però ti accorgi che l’unica sconfitta, quella contro l’Empoli quando c’era ancora DDR in panchina, è maturata proprio alle pendici di Monte Mario.
Roma squadra da trasferta, allora, perché lontano dal Colosseo non ha mai perso? Dipende, giusto?. Non dipende da un particolare punto di vista, invece, la sensazione (qualcosa di più, a dire il vero…) che la Roma di Juric, sia in campionato che in Europa League, ha giocato parecchio (tanto) come giocava la Roma di De Rossi. Che non vuole essere una critica nei confronti dell’allenatore croato, se mai la conferma che un cambio di gioco non è mai così rapido e semplice. Forse perché, questo è il sospetto, con quella “rosa” lì la Roma è fatalmente più portata a palleggiare che a (contro)aggredire a tutto campo. Tutto si può fare, nel calcio, tranne che improvvisare. L’esatto contrario di quanto messo in archivio nei piani alti di Trigoria, oggi desolatamente vuoti, negli ultimi mesi.