La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Appena arrivato a Pinzolo è stato subito chiaro. «Quest’anno non posso sbagliare, devo partire subito bene». Ed ha ragione, perché se l’anno scorso Juan Jesus ci ha messo un po’a carburare, in questa stagione si gioca molto del suo futuro. Inutile nasconderlo, nonostante una seconda parte di stagione buona, in cui il brasiliano ha migliorato le prestazioni, una punta di scetticismo intorno a lui continua ad aleggiare. «L’anno scorso ho iniziato così così e sono migliorato perché ho saputo gestire le cose che mi sono state dette – dice – Ho preso le critiche, le ho messe in tasca e le ho trasformate in sudore e lavoro. Da dicembre ho dimostrato quanto valgo. Quest’anno cercherò di aiutare ancora di più la Roma ad ottenere obiettivi importanti».
IL FUTURO – Juan Jesus è il quarto centrale, dopo Manolas, Fazio e Moreno. Dovesse arrivare anche Nastasic, sarebbe il quinto. Uno è di troppo (la Roma giocherà con la difesa a 4) ed a fare le valigie potrebbe essere lui. Con 2 controindicazioni: il prezzo che ha pagato la Roma per prenderlo dall’Inter (10 milioni) e l’ingaggio (2,2 milioni a stagione). Di contro, Jesus ha almeno tre pregi: la disponibilità che mette in ogni cosa, l’ottimo inserimento nel gruppo e la possibilità di giocare anche come terzino sinistro, ruolo dove la Roma è carente. «Nella scorsa stagione ho giocato tante partite lì e lo ho fatto anche all’Inter– continua -. Sono pronto ad aiutare la Roma, sia da terzino sinistro sia da difensore centrale».
LA DIFESA – Di Fra sta dando a lui e agli altri difensori i suggerimenti per difendere alti, a zona e con le posture giuste. «Il mister guarda ai particolari. Ci dice distare messi bene con il corpo, per rimanere a un metro dall’attaccante. Dobbiamo sempre essere pronti a scappare o ad aggredire gli attaccanti il più alti possibile, per recuperare palla e ripartire. A me piace difendere così, posso sfruttare le mie caratteristiche: velocità e forza». Infine le avversarie: «Spalletti ha un carattere forte, è l’allenatore giusto per un piazza come l’Inter. La Juve, invece, ha una mentalità che li fa sembrare delle macchine. A noi manca pochissimo». La speranza è che sia davvero così.