Il Messaggero (A.Angeloni) – C’eravamo lasciati con quel “Non escludo un ritorno“. Anno 2017, Luciano Spalletti termina il suo secondo mandato, a fatica, dopo un’annata piena di contraddizioni, di litigi, di conferenze stampa teatrali, a favore dei famosi nemici. Roma ormai è diversa ai suoi occhi, lui ormai è un altro. Di mezzo c’è in finale del rapporto con Francesco Totti. Il Luciano romano è finito definitivamente in quel Roma-Genoa, 28 maggio 2017, con lo stadio Olimpico gonfio d’amore e in lacrime per il capitano e sprezzante per l’allenatore.
C’eravamo tanto amati, e quanto era stata bella la storia del primo Spalletti a Roma, dal 2005 al 2009: il tempo della creazione di un gioiellino, tanto merito suo, ricostruzione da terra al cielo, qualche coppa in tasca e l’idea di contendere lo scudetto all’Inter di Roberto Mancini e a quella di José Mourinho. Domenica pomeriggio ha la possibilità di deprimere ancor di più la Roma e di rendere lo Special meno special. Spalletti contro Mourinho, stavolta è Lucio che si trova nelle vesti di Mou. E’ lui l’allenatore dominante, forte del primato in classifica: è lui lo Special del campionato. La Roma non è mai riuscita a batterlo da quando se n’è andato e adesso torna nella Capitale da dominatore.