La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Stracci rossoneri, ma pure un po’ nerazzurri. No, qui non c’entra niente la tovaglia sulla quale Radja Nainggolan ha firmato il nuovo contratto con la Roma. C’entra James Pallotta, che da Boston ha lanciato missili pure verso la Milano che si è portata via il suo direttore sportivo e il suo allenatore. Ma se per Walter Sabatini lo stupore è per chi si stupisce – la separazione tutto è stata tranne che indolore –, un pizzico di sorpresa va conservata piuttosto per le punture verso Luciano Spalletti, il tecnico che Pallotta chiamò al capezzale della Roma nel gennaio 2016 salvo poi inseguirlo per un rinnovo mentre l’altro flirtava con l’ignoto.
MEGLIO TARDI CHE MAI – E allora ecco che un sera di fine luglio il presidente costruisce un ritratto assai preciso del vicolo cieco in cui s’era andato a infilare Spalletti a Roma, ossessionato dalla faccenda Totti e dalle battaglie con i giornalisti, accerchiato da ombre troppo spesso senza un valido motivo. O forse il valido motivo c’era, ma conveniva far vedere altro. «Io lo amavo, però la stampa lo ha fatto impazzire – ha raccontato Pallotta –. Lui pensava spesso ai media, voleva solo litigare con loro. Io andavo nel suo ufficio e dicevo “Luciano come va oggi?», poi uscivo. E lui andava da qualcuno a chiedere “cosa pensi che significhi?”». Per chi un po’ conosce le cose di Trigoria, ma pure per chi s’è fidato di qualche ricostruzione, non c’è nulla di nuovo nelle parole di Pallotta. C’è, in definitiva, la considerazione di un tecnico ingaggiato anche grazie «a un paio di amici a cui avevo chiesto di chi mi sarei potuto fidare nel mondo del calcio, allora uscì fuori il nome di Luciano. Siamo stati abbastanza fortunati ad averlo nelle 18-19 partite rimaste, ha perso con la Juventus ed è rimasto imbattuto per le successive 17 partite». Ma c’è pure il rancore di un presidente che s’è sentito sedotto e abbandonato per motivi che neppure lui, all’inizio dell’avventura, pensava potessero davvero esistere.
CHE BOTTE – In fondo, non si pensava potessero esistere neppure dubbi su Walter Sabatini, almeno a leggere i numeri di una società che, all’arrivo del d.s. nel 2011, aveva un parco giocatori patrimonializzato per 34 milioni di euro, cifra che invece ora è cresciuta a oltre 200 milioni. Tutto con il gioco delle plusvalenze che, per quanto possa dire Pallotta, non erano certo figlie delle voglie di Sabatini, ma delle indicazioni ricevute dalla proprietà. Ecco perché Pallotta appare un po’ ingeneroso quando dice: «Avevo perso molta fiducia in Sabatini dopo i primi due anni. Non solo il tipo di giocatori che stavamo comprando, ma un po’ di cose. I primi due anni sono stati ottimi, ma avremmo dovuto costruire su quelli e invece lui continuava semplicemente a fare scambi». Botta e risposta, Sabatini non s’è fatto pregare e all’Ansa ha rilasciato queste dichiarazioni: «Ho sempre ammirato la genialità del presidente della Roma, puntualmente riconfermatasi quando ha deciso di accettare le mie dimissioni a settembre e non a maggio quando le avevo presentate. Nonostante la sfiducia che Pallotta oggi lamenta ho quindi dovuto e voluto completare la campagna acquisti che per sua fortuna ha portato la mia squadra ad ottenere 87 punti in campionato e a garantire 120 milioni di introiti al 30 giugno, permettendogli di passare un’estate esaltante come si evince dai giudizi espressi su cose e persone. Auspico che la Roma possa in futuro ribadire classifica e introiti con i calciatori individuati ed acquisiti dalla nuova gestione permettendo a Pallotta di continuare ad inebriarsi dell’idea di se stesso e della sua presidenza». Poi in serata il d.s. dell’Inter ha aggiunto: «Nessuno vuole riconoscenza, ma equità sì. Meglio lasciare perdere Pallotta, le sue sono parole inutili, buttate lì, in stato confusionale e non richieste da nessuno». Il botta e risposta fa seguito all’attacco di pochi giorni fa del presidente della Roma, che al Corriere dello Sport aveva pizzicato così Spalletti e Sabatini: «Ai tempi Walter era contrario all’ingaggio di Spalletti per la Roma. Trovo bellissimo che ora siano insieme all’Inter». E bellissimo sarà pure contare i giorni che mancano da qui al 26 agosto. Seconda giornata di campionato: Roma-Inter. Auguri.