Corriere dello Sport (R. Maida) – Gioca con la sicurezza di chi conosce i propri mezzi e la semplicità di chi si sente nel posto giusto. Se gli chiedeste di spiegare come gli riesca tutto così naturale dopo poche settimane di Roma, abbasserebbe gli occhi e sorriderebbe con l’aria di chi ti risponde con un’altra domanda: cosa c’è di cos’è sorprendente? In effetti Houssem Aouar, prima dell’ultima stagione al Lione, era considerato uno dei centrocampisti europei più interessanti della sua generazione.
Il fatto che sia stato ingaggiato a parametro zero non toglie nulla al suo talento, congelato ma di sicuro non bruciato. Lo dimostra il tocco delicato che ha liberato Dybala in area di rigore nell’azione del 2-0 contro l’Estrela, sabato sera. Un condensato di classe, intelligenza e rapidità che è repertorio dei grandi calciatori. Ma neanche Mourinho, che forse in un primo momento non era entusiasta di accoglierlo a Trigoria, si aspettava che Aouar potesse così rapidamente impadronirsi del centrocampo della Roma. Nell’allenamento di qualche giorno fa gli ha voluto parlare a lungo proprio per spiegargli cosa vuole da lui: la differenza.
Nella seconda amichevole in Algarve, ultimo sostituito tra i 23 giocatori impiegati, Aouar ha cambiato addirittura quattro posizioni: ha cominciato da interno destro per lasciare il posto a Pellegrini, promosso titolare nel trio qualità che comprende anche Dybala; a inizio ripresa, quando la Roma ha ripristinato il 3-4-2-1, si è spostato sulla linea mediana accompagnando Cristante; nel momento in cui è entrato Bove, e Mourinho è tornato al 3-5-2, è passato alla posizione di interno sinistro con Matic playmaker; infine negli ultimi minuti, prima del cambio con Pisilli, è salito a giocare come seconda punta.
Adesso la sfida di Mourinho è farlo giocare insieme a Pellegrini in un centrocampo a tre (o a cinque, se contiamo anche gli esterni di fascia). Aouar ha già chiarito che non può esistere concorrenza tra due centrocampisti bravi. E che quindi non sarà un problema coesistere. Dopo i primi test la sua teoria sembra avere una logica: se i due, a turno, si sacrificano nelle rincorse agli avversari, gli equilibri difensivi dovrebbero essere garantiti. E il trio della fantasia, che comprende anche Dybala, può migliorare notevolmente la pulizia delle giocate offensive, creando più occasioni da gol.