E alla fine lo Special si arrende: “Più di così non possiamo”

Il Messaggero (S. Carina) – Mani in tasca per 90 minuti, passeggiando da un estremo all’altro dell’area tecnica. Sguardo vitreo, rassegnato, ben prima del gol di Calhanoglu, del raddoppio di Dzeko o del tris di Dumfries. Mai come stavolta, se il linguaggio del corpo esprime realmente qualcosa, la Roma è stata a immagine e somiglianza di Mourinho. Una resa totale. Pinto lo difende: “Sono convinto che Mourinho continuerà a tirare fuori il meglio. Abbiamo fiducia in lui“.

Lo Special, però, sembra incapace di reagire, di arrabbiarsi, di riprendere i suoi davanti a errori banali di posizione e/o di fraseggio. La spiegazione a questo atteggiamento arriva nel post-gara dove le parole sono più dure che mai. Perché per una volta non serve sbraitare, polemizzare o alzare la voce per sviare l’attenzione. Basta ascoltarlo: “L’Inter è più forte di noi in condizioni normali, senza Pellegrini, Abraham, Karsdorp e Perez lo è molto di più. Con il poco potenziale in avanti a disposizione non potevamo fare altro. Primo e terzo gol sono ridicoli, ma a questi ragazzi non posso chiedere di più. Con loro non riesco ad avere un feeling negativo. Chi dà quello che ha, non è obbligato a dare quello che non ha“. Gioco, partita, incontro.

Parole che riassumono una volta per tutte il pensiero del tecnico sul valore della rosa. Anche perché, dopo averle pronunciate, sia davanti alle telecamere di Dazn che in conferenza stampa si alza e se ne va. José non vuole il confronto, inutile cercarlo. Probabilmente sa che potrebbe calcare la mano ulteriormente, andando magari sui singoli, come ha già fatto in passato.

L’idea su questa squadra se l’è fatta ormai da un paio di mesi, quando si lasciò scappare una frase che oggi torna d’attualità: “Ora ho capito, quello che quando arrivai non avevo ancora ben presente“. Ieri è arrivata la conferma. Amara, inattesa nel modo e nella misura.

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