La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Supersub non gli è mai andato troppo a genio. D’altronde, a pochi piacerebbe essere considerati come l’attaccante da inserire in corso d’opera, decisivo sì, ma solo quando gli avversari sono stanchi. Quando era al City Roberto Mancini di Edin Dzeko disse: «Vuole giocare dall’inizio? Lo so, se lo merita. Ma io la prossima lo faccio comunque partire dalla panchina». Luciano Spalletti a tanto non si è (ancora) spinto, ma nei fatti l’atteggiamento è lo stesso dell’attuale allenatore dell’Inter. «Edin ha detto domenica scorsa deve farsi trovare pronto in qualsiasi momento». E il bosniaco l’ ha fatto, entrando dopo Totti e realizzando l’assist per il gol decisivo di El Shaarawy. Basterà per farlo giocare dall’inizio domenica contro il Chievo? Possibile che Spalletti, oggi, risponda come Mancini ieri.
NUMERI – Da quando c’è il tecnico toscano, Dzeko in campionato ha saltato solo due partite: col Sassuolo, per un problema fisico, e col Napoli, per scelta tecnica, restando in panchina 90’. Ha giocato, quindi, 15 partite, con una media per gara inferiore ai 60’, disputando 90’ solamente 6 volte e partendo dalla panchina in 8 occasioni. In questi mesi ha segnato 5 gol e realizzato 4 assist e la cosa che colpisce, e che dà ragione a Spalletti, è che da subentrato, ha realizzato il passaggio decisivo a Nainggolan per il gol del pareggio con l’Inter, quello per El Shaarawy contro il Genoa e la rete nel derby contro la Lazio.
RISCATTO – La domanda, a questo punto, è lecita: che Spalletti abbia trovato la chiave per farlo rendere al meglio o, quantomeno, stimolarlo dal punto di vista caratteriale? Stando a sentire chi lo conosce bene non è così: semplicemente Dzeko sta meglio fisicamente, dopo aver avuto problemi a un ginocchio in autunno e aver patito anche carichi di lavoro troppo pesanti per uno con il suo fisico, e sta iniziando anche a prendere le misure ai difensori italiani, cosa che gli sarebbe molto utile nella prossima stagione. A patto, ovviamente, di restare in Italia.
FUTURO – La Roma, se dovesse cederlo, difficilmente lo darebbe in Serie A (a Mancini non di spiacerebbe riaverlo all’Inter), per non correre il rischio di vederlo tornare decisivo nello stesso campionato; viceversa, senza fretta, è disposta ad ascoltare proposte dall’estero. Ieri, in Bosnia (dove stanno facendo furore tra le ragazze le sue foto versione modello per una marca d’abbigliamento), per l’ennesima volta parlavano dell’interesse del Besiktas, ma per di nuovo si scriveva anche come Edin voglia restare a Trigoria per non andar via da sconfitto dopo solo una stagione. Nel caso, la Roma e Spalletti sarebbero ben felici di tenerlo, a patto che però, come gli ha chiesto il tecnico, Dzeko dimostri veramente «chi è e il suo valore» non soltanto a partita in corso, ma anche dall’inizio. Mettendo in mostra quella cattiveria che in allenamento dicono tutti di vedere, ma poi in partita sembra sparire.