La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Prendetelo così com’è. Edin Dzeko può segnare e sciupare con la stessa facilità, però stavolta è lui che si carica la Roma sulle spalle e la traghetta ai sedicesimi di Europa League da capolista nel girone con una giornata di anticipo. È grazie alla tripletta del bosniaco – la prima in giallorosso – che la squadra di Spalletti schianta il Viktoria Plzen con un 4-1 rotondo ma tracimato solo nel finale, dopo che i cechi – ora eliminati – avevano sfiorato persino il pareggio. Immeritato, c’è da dirlo subito, perché la Roma ha messo a bilancio anche due legni e una selva di occasioni da rete, sciupate spesso dallo stesso Dzeko e da un inconcludente Salah. Insomma, a santificare il risultato – messo in bilico da Zeman – occorre l’ingresso di Perotti. Morale: come dice lo stesso centravanti: «Il primo gol è forse il più bello qui in Italia. Sto bene, ora pensiamo a vincere in campionato».
ATTACCO SUPER – A causa degli infortuni di El Shaarawy e Manolas, la Roma schiera una formazione inedita. Nel primo tempo, infatti, i cigolii non mancano, visto che Iturbe e Salah – più stretti del consueto – appoggiano solo a tratti la vena di Dzeko, da ieri giunto a 15 centri stagionali in giallorosso. Il bosniaco, tra l’altro, non disdegna neppure di arretrare andandosi a cercare la palla e liberando l’area per gli inserimenti degli esterni e di Nainggolan. Tutto questo perché il Viktoria punta su una inconsueta difesa a tre che intasa i sedici metri, anche se lascia spesso le fasce libere per le sovrapposizioni di Bruno Peres ed Emerson. Se si tiene conto che le squadre non sono affatto corte, non sorprende che le occasioni da gol fiocchino a cominciare dall’11’, quando Dzeko – defilato sulla destra sulla linea di fondo – si libera di Kovarik e segna con un gran sinistro. Una rete assai bella che però sembra un sortilegio per il centravanti, che nel primo tempo sciupa tre agevoli occasioni: al 16’, servito da Iturbe, solo a centro area tira debolmente; al 37’, trovato da un cross di Salah, manda fuori da ottima posizione; al 42’, liberato da Nainggolan, conclude al volo alto sulla traversa. E sì che le sue reti servirebbero, perché il Viktoria Plzen si riorganizza è già al 18’ trova il pareggio quando Zeman devia di testa un cross di Kovarik. Si nota come la fascia destra giallorossa sia quella in sofferenza, perché Salah resta spesso alto per il primo pressing e Bruno Peres non brilli in copertura. Il patema, comunque, resta anche perché l’attacco sciupa. Al 41’ è Emerson a vedere rimpallato da Mateju un suo tiro quasi a botta sicura (41’), mentre al 45’ è Salah a calciare di esterno colpendo il palo in caduta (45’).
EFFETTO PEROTTI – La Roma però alla beffa non ci sta e così nel secondo tempo parte forte. Metabolizzata la sfortuna di una traversa di Paredes su punizione, nel giro di 5’ costringe il portiere Kozacik a intervenire tre volte. Il tutto, però, è l’anticamera del gol del vantaggio, che giunge grazie a un bel cross di Rudiger che Dzeko deposita in rete superando Hejda (16’): un gol realizzato grazie ad uno splendido stacco di testa sul palo più lontano. Il pressing alto delle due squadre comunque, quando fallisce, crea praterie in cui correre. Sciupa di più la Roma, visto che ancora Salah – servito da un ottimo Nainggolan – al 31’ non trova la porta, ma anche il Viktoria Plzen è vivo e lo dimostra prima con due conclusioni del neo entrato Duris che svegliano Alisson e ancor più al 35’, quando su cross di Zeman, è Bakos ad avere la palla del pari calciandola però addosso al portiere.
SPETTACOLO – Insomma, buon per la squadra di Spalletti che l’ingresso di Perotti regali all’attacco vivacità e un pizzico di fortuna, visto che al 37’ un cross di rabona dello stesso argentino, deviato da Mateju, batte Kozacik e chiude il match, sigillato al 43’ ancora da Dzeko su assist dello stesso Perotti. Quindi, il salmo finisce in gloria, visto che la Roma non vinceva due partite di fila in Europa dal 2010 e in questa Europa League ha segnato sedici gol in cinque gare. Numeri da grande. Da trasferire subito in campionato, se si vogliono ambizioni da protagonista.