La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – «Ora sono diventato papà, mi è cambiata la vita». Buon viaggio, Edin Dzeko. Una è nata martedì sera, magari è il segno di un cambiamento anche dentro il campo. «Dobbiamo imparare a servirlo», dice di lui Luciano Spalletti. L’ennesima difesa accorata dell’allenatore nei confronti di un centravanti finito dentro un tunnel. Non segna da 75 giorni, non fa un gol su azione da quando si indossavano la maniche corte, ci mancava pure una squadra che ha cominciato per incanto a girare senza di lui, con il Sassuolo, in assenza di un vero centravanti. Centravanti Dzeko lo è, lo è sempre stato. L’ha ricordato pure in un video destinato ai tifosi cinesi per il Capodanno. Inizia l’anno della scimmia, magari finalmente pure la stagione del bosniaco, che spiega: «Ho giocato con tanti moduli in carriera, se potessi scegliere mi piacerebbe quello con due punte. I gol? Non mi sono mai prefissato un obiettivo. Certo, segnare è il mio lavoro, ma ancor più importante è che la squadra vinca dei trofei». Per ora, sono lontane entrambe le cose.
RIPARTENZA – La Sampdoria allora vale come una ripartenza, anche dentro un campionato che certamente Dzeko sta soffrendo molto più di quanto immaginasse: «La Serie A è al primo posto per la compattezza difensiva delle squadre. Vorrei che le formazioni fossero meno chiuse. E vorrei vivere in ogni partita l’accoglienza indimenticabile che ho avuto al mio arrivo a Roma. So che non è possibile, questo di certo non ci aiuta». E invece i suoi gol aiuterebbero non poco la risalita Champions della Roma. Lo sa anche Spalletti, che oggi salvo sorprese gli riconsegnerà una maglia da titolare. In questi giorni, a Trigoria, il tecnico ha lavorato molto sui movimenti e sulle giocate da effettuare intorno al bosniaco. La Roma non può permettersi di lasciare per strada il suo centravanti, non fosse altro che per l’investimento da 15 milioni di euro più bonus. Non fosse altro che per cogliere il segnale di un giocatore a cui, giusto cinque giorni fa, «è cambiata la vita».