La Gazzetta dello Sport (A. D’Urso) – È il suo momento. Come una bottiglia di champagne agitata a lungo, prima o poi il tappo salterà. E lui, Paulo Dybala, è pronto a “sgorgare” in campo con le sue giocate per la gioia dei tifosi della Roma, nella speranza di “stappare” la partita. L’Olimpico lo aspetta domenica e lui non vede l’ora contro l’Udinese di tornare ad indossare la “Mask” (la sua esultanza tipica con pollice e indice aperti sotto gli occhi e mano davanti alla bocca) e riprendersi la scena dopo un’estate in cui è successo di tutto: dal matrimonio con Oriana Sabatini a luglio alla clamorosa scelta ad agosto di rinunciare all’offerta monstre dall’Arabia Saudita per restare nella Capitale, fino alle ultime quattro giornate senza gol.
Già, tocca a lui. Il più decisivo della rosa nelle ultime due stagioni per reti e assist è andato a segno per la prima volta in campionato nel 2022 e 2023 proprio alla seconda giornata in casa contro Monza ed Empoli. Ecco perché con l’Udinese è il momento giusto. E i friulani, del resto, sono la sua vittima preferita in carriera, se è vero che la Joya ha rifilato loro già 13 gol (fornendo ai compagni pure 9 assist). D’altraparte, per aiutare il suo giocatore più talentuoso a disposizione, il tecnico De Rossi ha preparato un attacco nuovo e due soluzioni tattiche per accentrarlo: o lo schema 3-5-2 (pensato in coincidenza con l’arrivo di Hummels e Hermoso) per farlo giocare accanto a Artem Dovbyk, oppure con il 3-4-2-1 (il modulo che ha esaltato l’ucraino in Liga con la maglia del Girona) per schierarlo sulla trequarti accanto al connazionale Soulé. Proprio con il centravanti Dybala ha mostrato col Genoa precisi segnali d’intesa, ispirandolo soprattutto con l’assist di tacco del 32’ del primo tempo.
La stagione della consacrazione di Dybala a Roma, dunque, comincia domenica. E Paulo vuole prendersi tutto, anche il futuro, inseguendo il rinnovo di fino al 2026 a forza di presenze (in questa stagione sarebbe sufficiente un 50% di partite giocate almeno per 45 minuti). In campo, archiviata la vicenda Arabia, si è sempre allenato al massimo risultando pure un traino per i compagni. Le esclusioni con Cagliari e Juve lo hanno sorpreso, ma non demoralizzato. E ora l’obiettivo è restare e vincere con la Roma, per vendicare la maledetta finale di Europa League di Budapest del 2023 e ripagare l’amore di una città che lo ha idolatrato sin dal primo giorno.
Ad accompagnarlo in questa settimana chiave ci sono state peraltro la parole al miele del c.t. dell’Argentina Lionel Scaloni, che ha incoronato Paulo dopo il gol a Buenos Aires contro il Cile con la maglia di Messi addosso: “Paulo è un grande giocatore. A volte non gioca o resta a casa come accaduto in Copa America, ma è la vera e propria rappresentazione della voglia di far bene per la nazionale e per la propria gente. È un top player. Il no all’Arabia? È stato molto coraggioso a rifiutare, scegliendo di rimanere in un posto dove sei amato anche se altrove ti offrono molto di più in termini economici. Per noi è importante che continui a giocare ai massimi livelli in una grande squadra come la Roma”. E lui, adesso, pensa solo ai tifosi giallorossi. E il “ci vediamo domenica”, scritto sui social dopo il no all’Al-Qadsiah e prima della festa all’Olimpico del 25 agosto poi rovinata dall’Empoli, torna clamorosamente d’attualità.