Il Messaggero (G. Lengua) – Paulo Dybala torna in Italia turbato. Gli scontri avvenuti al Maracanà tra la polizia brasiliana e tifosi argentini e le due partite non giocate (addirittura in tribunacontro i verdeoro) non lo hanno aiutato a risollevarsi d’animo dopo l’inizio stagionale in chiaro scuro. Non solo, il ct dell’Albiceleste Scaloni sarebbe in procinto di lasciare la nazionale.
Insomma liberare la mente non sarà facile, ma dovrà essere la priorità perché Dybala è un elemento cardine nello scacchiere dello Special One. Il suo utilizzo a corrente alternata (8 partite da titolare su 16 giocate tra Serie A ed Europa League) non lo ha aiutato a trovare la continuità. Inoltre, la fragilità muscolare e la recente lesione distrattiva al collaterale mediale hanno accentuato la paura di un ennesimo stop. Ecco perché non ha battuto il rigore contro il Lecce lasciando l’incombenza a Lukaku (che lo ha sbagliato) e si è risparmiato contro la Lazio.
Tutti si aspettano di più da Paulo, soprattutto ora che ha accanto a lui c’è un bomber come Lukaku, rientrato galvanizzato dal poker segnato con il Belgio nel giro di 20 minuti. Sono le due facce opposte dell’attacco: Romelu al settimo cielo e in uno dei suoi momenti migliori, Dybala che non riesce a imporsi né con la Roma né in nazionale. La panchina contro l’Uruguay e la tribuna con il Brasile non sono dovute, ufficialmente, alla sua forma fisica, ma a scelte tecniche dell’allenatore. Peccato, però, che sia mancato da Trigoria praticamente due settimane, periodo che avrebbe potuto utilizzare per tornare realmente in forma.