La Repubblica (G. Cardone – F. Vanni) – “Grazie Roma, ci vediamo domenica”. Cinque parole, più l’emoticon dell’occhiolino, per il più grande colpo di scena di questa estate di mercato. A scriverle su Instagram è stato Paulo Dybala, a commento di un video in cui sintetizzava la sua avventura in giallorosso. Nei commenti, sei cuori postati dalla moglie Oriana Sabatini, che di lasciare la città eterna per l’Arabia non ne voleva sapere.

Così, con una trovata da telenovela argentina, alle 20:26 di ieri i tifosi romanisti hanno saputo che il trasferimento della Joya all’Al-Qadsiah era saltato. In massa hanno cominciato a chiedere che gli sia data la sacra numero 10 di Totti. Un’eventualità che la società sta valutando. La marcia indietro di Dybala, che ha deciso di restare e giocarsi il posto in squadra, è la vittoria del popolo giallorosso, che a Trigoria in mattinata aveva assediato la sua auto, pregandolo di ripensarci e rifiutare i 60 milioni in tre anni messi sul piatto dai sauditi. “Ti supplico Paulo”, “Fermati Paulo, ci sono i ragazzini”. Abbastanza per convincere il numero 21 a convocare d’urgenza agenti e famiglia.

È andato dove lo ha portato il cuore. E i Friedkin alla fine potrebbero non dispiacersene. È vero che il 30enne di Laguna Larga in questa stagione costerà alla società 16 milioni lordi, molti, e fra una quindicina di partite — se avrà giocato in ciascuna almeno 45 minuti — il suo contratto si rinnoverà automaticamente fino al 30 giugno 2026 a 7,5 milioni netti più 2 di bonus.

Quindi liberarsi dell’ingaggio sarebbe stato ossigeno per i conti. Ma è anche vero che cedere per soli 4 milioni più bonus — tanto, anzi poco, gli arabi avrebbero dato alla Roma — il miglior giocatore della rosa non sarebbe stato un affare. E avrebbe spinto i tifosi a contestare la proprietà, che è l’ultima cosa che vuole la famiglia texana, attentissima al rapporto con la piazza.