Il Messaggero – In ritardo sulla tabella di marcia ma ristabilito. “Sto bene”, sono state le prime parole di Dybala, una volta atterrato ieri mattina alle 6,45 all’aeroporto di Fiumicino, proveniente da New York. Un salto all’hotel Parco dei Principi, dove ora alloggia aspettando una risposta su un paio di proposte avanzate per altrettante ville tra l’Eur e Casal Palocco, e poi si è diretto a Trigoria.
Nel centro sportivo giallorosso, mentre i compagni si allenavano, ha effettuato una seduta defaticante e poi è tornato in albergo, provando ad allontanare il più possibile il sonno dovuto al fuso orario americano. Appena un consulto con i medici e nessun esame strumentale, è bastata la sua parola. Anche perché negli Usa, ne aveva già svolti due. Uno appena arrivato, l’altro a ridosso del match con l’Honduras. Sia la Federazione argentina che la Roma non confermano, ma non è da escludere che da Trigoria sia partita una telefonata di Mourinho volta a chiedere una cautela extra.
A livello di allenamenti, negli Usa oltre alle sedute individuali, Dybala ha partecipato alle ultime due della Seleccion, a ritmi abbastanza blandi. Oggi a Trigoria ci sarà la terza, ben più indicativa. L’ultima parola spetterà a Mourinho al quale non sarà però possibile chiedere ulteriori delucidazioni visto che il tecnico, squalificato, non si presenterà in conferenza stampa (né alla vigilia e nemmeno nel post-gara).
Tra vigilie, partite, spostamenti, sedute defaticanti il giorno seguente ai match, il tour de force sarà tale che dovranno essere effettuate delle scelte per non rischiare di perdere dei pezzi per strada. L’allenamento odierno sarà quindi foriero di indicazioni utili. Se, come Paulo ha garantito ieri al portoghese, continuerà a non avvertire nessun tipo di problema, vederlo partire dal 1′ a San Siro è possibile.