Corriere dello Sport (R. Maida) – È il Natale del realismo, è il mezzogiorno della verità. Dentro a una classifica ansiogena, con le vertigini che turbano la vista in fondo al dirupo, la Roma cerca di allontanare i pensieri autodistruttivi. In questa scissione emotiva Paulo Dybala può trasformarsi nel profeta del qui e ora.
Non sa ancora dove sarà tra un mese, perché il mercato lo tira sempre per il colletto e perché a Trigoria sperano che accetti la proposta del Galatasaray, ma intanto si erge a leader tecnico di una squadra confusa che non può sprecare altre munizioni contro il Parma. In un contesto coraggioso, la Roma ha bisogno proprio del miglior Dybala.
Fin qui la sua stagione è stata sofferta, perché è cominciata con la trattativa in corso con i sauditi ed è continuata tra mugugni, infortuni e giornate grigie, mentre gli allenatori si alternavano invano per capirne il malessere con i rispettivi staff. È abbastanza strano che, pur avendo giocato con una certa continuità con Ranieri, non abbia ancora segnato nel nuovo corso. La Roma dopo Juric ha prodotto 13 reti con 12 giocatori diversi, proprio giovedì ha ritrovato Dovbyk, ma ancora aspetta la suoneria di Paulo. Silente dal 31 ottobre, Roma-Torino, al secondo squillo stagionale: 2 gol come Shomurodov.