Paulo Dybala danza. Non i colpi da fuoriclasse, ma nei mille – e più uno – dubbi in cui è imprigionato da ormai oltre un mese. L’ultima volta che è partito titolare è ormai un mese fa: 31 ottobre, notte di Halloween in cui timbra la vittoria (1-0) della Roma contro il Torino e posticipa di due settimane l’esonero di Ivan Juric. I fantasmi si sono insediati in lui, sempre meno Joya e più ombroso. Dolori muscolari, si dice. Niente di tutto questo, ribattono gli esami strumentali svolti con lo staff giallorosso.
Fatto sta, però, che a Verona e a Bruxelles si è seduto in panchina, entrando solo al Bentegodi per una scarsa mezz’ora. Nell’ultimo atto della gestione di Juric, il ko interno con il Bologna, è rimasto addirittura a casa: “Un fastidio“, spiegava il tecnico. Ma radio Trigoria racconta che dopo la conferenza avrebbe dovuto scendere in campo per un test finalizzato a testarne le condizioni.
L’avvento di Ranieri ha portato inevitabilmente freschezza, come ogni cambio. “Va aiutato. Se dagli esami non risulta nulla dobbiamo scandagliare le varie possibilità“, il commento di Sir Claudio che ha poi precisato come la scelta di schierarlo sarà meramente tecnico/fisica, senza l’alone di clausole varie a soppesare i pensieri. Almeno del tecnico. Dybala, però, continua a lamentare fastidi vari.
Nella settimana di avvicinamento alla gara di ieri con il Napoli, ad esempio, si è allenato solamente un paio di volte col gruppo, e neppure per tutta la durata dell’allenamento. Quel che si dice – si apprende dal Corriere dello Sport – è che Paulo non si senta sicuro. Non se la sente di rischiare, magari seguendo la saggezza di Ranieri del “Meglio non averlo per una partita che per un mese“.
Il rischio è stato però corso ieri, sul finire di partita. Ingresso in campo al Maradona all’88’, sei minuti – recupero incluso – in cui poco ha potuto fare. Ora per scacciare ogni anatema personale occorre tornare al 100%, fisicamente e magari anche mentalmente. La chance arriva giovedì (ore 21) a Londra: contro il Tottenham corsaro 0-4 con il City. La sfida agli Spurs è il crocevia per il cammino in Europa League: la sterzata è necessaria. Serve uno sforzo in più. Da parte di tutti. Nessuno escluso.