Corriere dello Sport (R. Maida) – Non è una prima volta ma è come se lo fosse. Nel suo primo anno alla Roma, Paulo Dybala ha appena annusato l’aroma del derby senza poterlo addentare davvero: infortunato nella partita d’andata, quando aveva in testa solo il Mondiale, sacrificato in quella di ritorno, quando Mourinho preferì sostituirlo nell’intervallo a causa dell’espulsione di Ibanez. Ma questa è la partita in cui passato e futuro non sono rilevanti. Conta solo il presente, l’attimo, l’emozione. Dybala si sta preparando da giorni, ricordando il curriculum da 11 gol segnati alla Lazio in carriera.

Atleticamente non è ancora al top dopo l’infortunio al ginocchio ma ha rispettato i tempi di recupero, anche grazie a una terapia personalizzata che ha demolito abbastanza rapidamente la lesione al legamento collaterale. Già contro il Lecce, giocando 100 minuti a passo lento, è stato determinante per la vittoria. E anzi nel primo tempo, con quella magia vedo/non vedo con sinistro al volo successivo, avrebbe meritato il gol che gli manca ormai da due mesi, cioè dalla doppietta contro l’Empoli del 17 settembre.

Nel frattempo però ha condizionato i risultati della Roma entrando in diverse reti: le due contro il Frosinone e soprattutto il passaggio verticale che ha innescato Lukaku domenica scorsa. A Praga non ha saputo sovvertire il copione di una partita sbagliata, anche perché intimidito dallo spauracchio infortuni, ma in questo derby non si risparmierà neanche per un secondo.