Intervistato ai microfoni di Lega Serie A, nel format “Campioni made in Italy”, Paulo Dybala ha parlato della sua avventura alla Roma. Queste le sue dichiarazioni:
La città di Roma?
“Tutto ciò che ha a che fare con l’Impero Romano ha sempre attirato l’attenzione, forse ero romano in un’altra vita (ride, ndr). Roma è magica. Da bambino vivevo in Argentina e vedevo Roma nei film, la mia impressione era che fosse una città enorme. Il primo giorno che arrivai in Italia andai a Roma, per me è stato un sogno diventato realtà”.
L’amore per il calcio?
“Gioca a calcio da sempre. Dire che il calcio sia tutto può sembrare esagerato, ma è proprio così. I ricordi più belli che ho sono spesso legati al calcio. Non avrei mai pensato che sarebbe diventato qualcosa di così importante e grande, perché uno può sognare e immaginare, ma quando i sogni diventano realtà è incredibile. Il calcio è in ogni momento della mia vita. A noi argentini prima ci danno il ciuccio e poi il pallone (ride, ndr)”.
Il Colosseo?
“Quando ero piccolo passavo molto tempo a guardare film, il mio preferito è ‘Il Gladiatore’. Il Colosseo è uno dei migliori stadi del mondo. Sarebbe bello fare una partita qui”.
Il tuo rapporto con il cinema?
“Eravamo negli studi cinematografici di Roma, ci dicevano che i migliori film sono stati fatti qui. Tutto ciò che fa parte del mondo del cinema lo lego al calcio. Penso che siano molto simili, ci sono gli attori principali, che siamo noi giocatori, e ognuno di noi ha un ruolo differente. Tutti lavorano insieme affinché quando arriva il momento, ognuno possa dare il meglio. Se dovessi paragonare un film a una partita penso che la finale del Mondiale sarebbe un film perfetto”.
Il Colosseo Quadrato?
“Qui è dove tutto ha avuto inizio… Il primo giorno è stato una sorpresa, è stato incredibile. Il club aveva organizzato un grandissimo evento ed è venuta tantissima gente, è stato davvero spettacolare. Ogni volta che passo qui penso sempre a quella serata, è stata indimenticabile”.
La bellezza della città di Roma?
“Incredibile quanta storia ci sia qui, è una cosa unica. Mi piace vedere la città, soprattutto di notte, è tutta illuminata e questo la rende più bella. Di notte la città è un’altra cosa”.
I primi ricordi legati al calcio?
“Ho iniziato a giocare a calcio a 4 anni, giocavo in una scuola calcio vicino casa e con gli amici. A 10 anni mi papà mi portò a Cordoba per un provino all’Instituto Cordoba. Ricordo quei sette anni con molto affetto, anche se ci sono stati momenti difficili per motivo familiari. Poi ho esordito tra i professionisti, era il mio sogno da bambino. E lì è iniziato tutto. Serve un po’ di fortuna, il duro lavoro non sempre basta, ma bisogna fare sacrifici e allenarsi duramente. Se è quello che ti piace non sembra un sacrificio”.
Riesci a camminare per Roma?
“Il problema è che vieni riconosciuto. Se qualcuno ti ferma, tutti gli altri fanno lo stesso. All’inizio si vergognano o hanno paura, ma se ti fermi con una persona devi farlo con tutti”.
Che importanza ha avuto l’Italia nella tua vita?
“Ha avuto un ruolo molto importante, vivo qui da più di 10 anni. Ho conosciuto persone incredibili, questo paese mi ha cresciuto e insegnato molte cose. A Roma mi hanno trattato benissimo sin dal primo giorno. Sarò sempre argentino, ma l’Italia è la mia seconda casa e spero che continui a esserlo per molto tempo”.
I tifosi?
“Gli italiani sono molto simili agli argentini, i tifosi anche. La passione per il club, l’amore per la maglia. Guardavo spesso le partite della Roma, ma se non sei dentro è difficile capire cosa significa e cosa prova la gente”.