Corriere della Sera (P. Tomaselli) – Altro giro altra Juve, nel tentativo di trovare una scintilla e abbandonare quel senso di estemporaneità quasi assoluta, nel gioco e nei risultati, che attanaglia Madama.
Massimiliano Allegri ha scelto ormai un profilo basso, in linea con i punti in classifica: contro la Roma di Mourinho, battuta all’andata da un gol di Kean, il tecnico juventino potrebbe tornare ai due centrocampisti e sarebbe la prima volta che il 4-2-3-1 va in scena con Chiesa e Dybala in campo assieme dall’inizio, a muoversi dietro l’unica punta, con Kean favorito su Morata.
La prima volta assicurata è quella di Marco Landucci in panchina al posto di Max, mai squalificato prima di ieri in sei stagioni juventine: la frustrazione per le occasioni sprecate è evidente e il finale contro il Napoli ha lasciato il segno ed è stato velenoso, come le parole dette all’arbitro Sozza.
Come lo scorso anno, quando di questi tempi in una settimana sconfisse il Milan a San Siro e poi alzò la Supercoppa contro il Napoli, la Juve può anche dare dei segnali di risveglio, in nome dell’orgoglio e della qualità individuale. Ma essere squadra, senza distanze siderali tra i reparti e senza restare cosi tanto schiacciati nella propria area, sembra un processo non ancora in atto: solo Dybala e Chiesa possono provare ad accendere la miccia.