Corriere dello Sport (R. Maida) – Questione di contingenza, equilibri tattici e anche di sana scaramanzia. Paulo Dybala gioca ancora dall’inizio, in barba alle malignità sulle presenze che gli garantiranno il nuovo contratto, e gioca probabilmente da centravanti. È la posizione in cui ha segnato il suo ultimo gol, il 31 ottobre contro il Torino, e che più o meno casualmente ha prodotto le ultime tre vittorie della Roma.
Intanto la condizione fisica, e soprattutto atletica, sta crescendo. Dopo la comparsata a Napoli, quando è entrato a due minuti dalla fine, Dybala ha vissuto da protagonista il primo tempo contro il Tottenham, 82 minuti con l’Atalanta, l’intera partita contro il Lecce e un altro tempo contro il Braga. Quanto potrà reggere a Como, dove la Roma vuole interrompere un’astinenza da vittorie in trasferta lunga 14 partite e 8 mesi? Si vedrà. Ma nella testa dell’allenatore, di qualunque allenatore, Dybala è talmente importante da meritare un’efficace calendarizzazione delle partecipazione: è prevedibile che mercoledì, per l’ottavo di Coppa Italia contro la Sampdoria, vada in panchina per poi tornare titolare nella partita prenatalizia contro il Parma.
Ranieri spera che si sblocchi anche lui, dopo aver visto 5 giocatori diversi lasciare il marchio per la prima volta sotto la sua gestione più Pellegrini che aspettava da tempo un sorriso rigenerante.
E Dovbyk, il centravanti vero, come si colloca in questo quadro? La risposta è arrivata da Ranieri nella conferenza stampa che ha preceduto Roma-Braga: “Artem è un calciatore che deve stare bene fisicamente, avendo una corporatura di un certo tipo. In questo periodo tra problemi al ginocchio e influenza non è mai stato al top”. Proprio giovedì, giocando il secondo tempo, ha manifestato ancora fastidi. Perciò è probabile che a Como resti tra le riserve.