Corriere dello Sport (R. Maida) – Se esistesse la possibilità di una conferma per acclamazione, Paulo Dybala non lascerebbe mai la Roma. Tra sabato sera a Fiumicino e ieri sera a Cagliari, soprattutto quando è entrato nella ripresa servendo subito Dovbyk (testa, traversa), i tifosi gli hanno manifestato così tanto affetto da strappargli un sorriso amaro, iconico, quello del ragazzo che chiude la valigia versando lacrime sulla zip. La verità però è che questo trasferimento, delineato già da una decina di giorni, appartiene alla categoria dei mali necessari: la Roma lo vuole vendere per contabilizzare, tra costi dello stipendio e la prevedibile plusvalenza, almeno una quarantina di milioni in due bilanci mentre Dybala, che in Arabia Saudita idealmente non vorrebbe mai andare, guadagnerà proprio 40 netti in due edizioni di Saudi League.
In queste ore i legali del giocatore, escluso dalla prima formazione di De Rossi, dovrebbero perfezionare l’accordo triennale con l’Al-Qadsiah, che poi presenterà la propria proposta alla Roma. Anche qui ci sarà un po’ da lavorare. Secondo quanto filtrato dai primi sondaggi dell’intermediario, Fali Ramadani, gli arabi non sono disposti a spendere più di 10 milioni per Dybala. Lontano da quota zero, come prospettato inizialmente, ma anche dai 18 che sperava di incamerare Dan Friedkin e persino più bassa anche della clausola rescissoria scaduta a fine luglio.
La distanza non appare comunque incolmabile visto che l’intenzione comune è arrivare a dama. Soltanto Dybala può far saltare tutto. Ma forse siamo già oltre. Tanto è vero che Ghisolfi ha riallacciato i contatti con lo staff di Rodrigo Riquelme, ala classe 2000 dell’Atletico Madrid. Potrebbe essere lui, davanti a un’offerta da circa 20 milioni, a prendere numericamente il posto della Joya, migliorando le fasce come chiesto da De Rossi.