La Gazzetta dello Sport (F. Della Valle) – L’ultima fotografia di Paulo Dybala all’Allianz Stadium è di 103 giorni fa. Esattamente del sedici maggio 2022, la partita è finita da un po’ e lui, seduto a piedi nudi in mezzo al campo con Vlahovic e Morata accanto, si gode per l’ultima volta i rumori, le luci, l’odore dell’erba su cui ha danzato e incespicato infinite volte.
La storia tra la Joya e la Signora è stata lunga e intesa ma come tutte le grandi passioni anche sofferta e tormentata. L’argentino ha avuto un rapporto unico e simbiotico con i tifosi, che lo hanno amato e trattato come un idolo, altalenante e a tratti conflittuale con la società, che non gli ha mai riconosciuto quella centralità che il giocatore pensava di meritare, anteponendogli prima Cristiano Ronaldo e poi lo stesso Dusan Vlahovic.
Sono stati 7 anni colmi di esultanze, notti magiche e trofei, ma anche di delusioni, stop (tanti soprattutto nelle ultime tre stagioni, compresa la positività al Covid durata tantissimo), cadute e ripartenze. Il primo gol Dybala lo segnò alla Lazio nel debutto in Supercoppa, il primo in Serie A invece alla Roma: forse un’indicazione del destino. La doppietta più importante la fece al Barcellona nella sua serata top: uno show sotto gli occhi di un impotente Leo Messi.