Il Messaggero (G. Lengua) – La sliding doors di Paulo Dybala è stata Budapest. Non solo quella di José Mourinho e della Roma. La sconfitta ha gettato tutti nello sconforto, Mourinho compreso, che ha provato a reagire ma non ce l’ha fatta davvero. Poi, l’esonero e l’arrivo di Daniele De Rossi. Inaspettatamente tutto è cambiato: sette gol in sette partite, un assist, sempre titolare tranne col Frosinone. Quello che non era riuscito a Mourinho è riuscito a De Rossi, che adesso ha tra le mani un calciatore dal valore inestimabile. Gli manca solo incidere in Europa.
Nonostante sia legato alla Roma con un contratto fino al 2025, c’è una clausola rescissoria che gli permetterebbe di liberarsi a luglio 2024 qualora un club, fuori dai confini nazionali, sia pronto a pagare 13 milioni. Più costosa, invece, quella per le società italiane che dovrebbero versare 20 milioni e comunque può essere annullata dalla Roma aumentando lo stipendio di Paulo a 6 milioni. Le voci si stanno facendo insistenti, sia quelle che provengono da mondo arabo sia quelle in ambito europeo. Se, però, le prestazioni sono queste, la Roma cercherà di trattenerlo: “Se non sei dentro è difficile sapere cosa vuol dire essere qui. La gente qui vive e respira per la Roma. Sono argentino e mi sentirò per sempre argentino, ma l’Italia è una seconda casa e spero che continui ad esserlo ancora per molto tempo. Forse in un’altra vita ero romano. Roma è magica”.