Il Tempo (A. Austini) – Tre punti fin troppo sofferti. Ma sono quelli che fanno la differenza nel calcio e la Roma, faticando molto più del dovuto, se li va a prendere a Verona, sorpassando di nuovo la Lazio e ritrovandosi quarta, a un punto dal Milan terzo e a due dall’Atalanta seconda. La squadra di Mourinho continua stentare nelle prestazioni ma è in piena lotta per la Champions, in linea con il suo reale obiettivo stagionale.
È vero che la classifica dopo 12 giornate, per giunta con distacchi minimi, non ha un grande valore, però è la base su cui provare a costruire una seconda parte di stagione migliore, quando torneranno i colpi del mercato Dybala e Wijnaldum. Al Bentegodi la giocata che vale la partita è una collaborazione tra un vecchio volpone e il piccolo… Volpato.
Al minuto 88, dopo una serie di attacchi sterili dei compagni, Matic ha la lucidità di lavorare un pallone sulla linea di fondo, alzare la testa e trovare il rasoterra perfetto che invita Volpato a calciare di prima. L’esecuzione dell’italo-australiano è magica, pallone all’angolino e ringraziamento a Matic, ovvero colui che lo guida sempre in allenamento. Due gol in Serie A per il 18enne Volpato, entrambi al Verona.
Una bella storia di campo in una serata con parecchia frustrazione, nel vedere ancora una volta la Roma faticare contro una squadra modesta, ultima in classifica e reduce da sei sconfitte consecutive. Non solo, perché gli uomini di Mourinho si sono ritrovati undici contro dieci al 36’ per l’espulsione di Dawidowicz decisa al Var dopo un brutto intervento, involontario ma duro, su Zaniolo.
Il polacco è il terzo avversario della Roma espulso durante il primo tempo in questa stagione ed era stato proprio lui a segnare il vantaggio dei veneti, con una deviazione piuttosto casuale sul tiro di Faraoni. Ma prima del gol Abraham si era divorato un’occasione colossale, calciando sul palo con la porta vuota dopo aver scartato Montipò.
.Nella ripresa Mourinho ha iniziato a inserire un attaccante dietro l’altro. El Shaarawy, Belotti, Volpato e infine Shomurodov dopo aver buttato dentro anche Matic: la mossa decisiva, perché spesso le partite si vincono grazie alle giocate dei centrocampisti. Il modulo 3-4-2-1 si è trasformato per l’assalto finale in un sistema ultra-offensivo dove i numeri non avevano più senso ma bisognava soltanto trovare la via per il gol. Matic ha colpito il terzo legno della serata prima dell’assist a Volpato, il neo trentenne El Shaarawy ha chiuso i giochi nel recupero, su assist dell’uomo del giorno Volpato.