Dove volete portare la Roma?

Il Messaggero (A.Angeloni, U.Trani) – La classifica dopo 16 giornate, trasmette angoscia e preoccupazione: la Roma è fuori dall’Europa, anche dalla Conference League. Lontanissima dalla capolista, al momento il Milan è a +13, l’Atalanta, quarta, sta a +9. Il timore è che non ci sia una exit strategy per un’eventuale riabilitazione, il rischio più grande è che la situazione possa peggiorare. Lo confermano, insieme ai risultati, le prestazioni. Spesso scadenti e non solo contro le big, la sensazione è che per riprendere quota non basteranno i prossimi mesi. Di tempo ce ne vorrà di più, ed è sbagliato sperare nel mercato di gennaio.

A gennaio non si rifà mai la squadra e due-tre acquisti non sono sufficienti per rilanciarsi. Servirebbero interventi mirati e non più errori grossolani. Il peccato originale si chiama Reynolds: è stato il primo acquisto di Tiago Pinto a gennaio, è costato 8 milioni, eppure non è adatto al calcio professionistico. Un investimento sbagliato che la Roma non può permettersi avendo un indebitamento netto di 442,1 milioni. Mal consigliato, Pinto ha speso 90 milioni in estate, stanziati su tre anni. Da Vina a Shomurodov, riserva del Genoa, in più i regali ai competitor: Pedro alla Lazio (già 6 gol in stagione) e Dzeko all’Inter, subito in doppia cifra con 11 reti. Vecchi per età e costosi per ingaggio. Progetto chiamato sostenibile. Per gli altri. Niente Xhaka, chiesto da José, nessun centrocampista.

In molti si chiedono perché Mourinho abbia accettato la Roma in queste condizioni. Forse all’inizio erano altre. Il tecnico si è ritrovato una squadra incompleta e ha fatto quel che poteva, in alcune partite è andato in confusione, mettendoci del suo. José ha fatto una scelta di campo, puntando su 12 giocatori e scartando gli altri. Le alternative mancano e lui non ha fatto nulla, o poco, per inventarsele. Ha coinvolto qualche giovane della Primavera, segnale chiaro per la proprietà. 

 

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