Il dottor Brozzi è stato intervistato a proposito dell’ infortunio di Strootman; queste le dichiarazioni rilasciate a fedegiallorossa.it
Gentile Dott Brozzi che tipo di infortunio ha subito Strootman?
Confesso di aver seguito la cosa da comune tifoso che condivide la stessa fede, quella a cui avete intitolato il Vostro bellissimo sito.
Ho visto il cedimento articolare nel momento in cui si è avverato in tutta la sua veemenza, intuendo di ciò che si poteva trattare. Leggo che si parla di una lesione dell’ormai tristemente celebre LCA e quindi come tale riconosce una sola soluzione, specie per le velocità angolari del calcio attuale che rendono incompatibile tale lesione con la pratica professionistica. Dico tale cosa in quanto in passato, allorquando il calcio era più compassato, ci sono state situazioni nelle quali tale lesione non è stata trattata chirurgicamente e l’Atleta ha consumato la sua carriera senza poter utilizzate tale importante struttura del pivot centrale del ginocchio. Un esempio su tutti? L’indimenticabile grande Gaetano Scirea, campione vero ed in tutti i sensi.
Che tipo di intervento verrà effettuato?
Innanzitutto desidero dire che mi dispiace molto leggere che il Ragazzo andrà ad operarsi fuori dal Nostro Paese, in considerazione che proprio l’Italia è stata la culla dove è nata la Medicina dello Sport e della quale il mio Maestro il Prof Venerando ne è stato Padre. La fiducia del resto è caposaldo di qualsivoglia rapporto, ancor più nel rapporto Medico, dove guai se il Paziente non è sicuro di trovarsi nelle mani giuste. I vecchi hanno spesso l’abitudine di ripetere la stessa frase:
“ai miei tempi …”
Però credo di potermi avvalere della facoltà di poterla usare anche io, visto che avendo raggiunto la meta, quasi- dei 60 anni, posso ad ogni titolo considerarmi tale, vecchio intendo, senza presunzione alcuna.
Nel corso di tutta la mia gestione dello Staff Sanitario della Roma che faccio notare era accreditato, ai tempi del Mister Fabio Capello, quale polo di riferimento sulla riabilitazione del ginocchio e non solo per meriti propri, ma delle grandi professionalità, professionali ed umane, delle Persone che con grande entusiasmo, amore e spirito di fraterna amicizia, collaboravano con me. Ricordo Vito Scala, amico fraterno da sempre, come Massimo Neri allora preparatore atletico e da ultimo ma non per ultimo Silio Musa il fisioterapista, una delle più grandi figure in ambito riabilitativo di tutto il Paese. Fu grazie a tale sentimento di fiducia, dal primo infortunio che necessitò di intervento chirurgico, Emerson Da Rosa Ferreira, fino all’ultimo, Francesco Totti bis che nessun calciatore decise mai di andarsi ad operare all’esterno o meglio al difuori del nostro staff.
Oggi non è così, non ne conosco le ragioni, ma non ne apprezzo il significato per l’intera classe medico sportiva del Nostro Paese, per me sempre all’avanguardia in ambito internazionale.
A parte dove dunque a che tipo di intervento ricostruttivo verrà sottoposto Strootman?
Esistono diverse opzioni; la più utilizzata e quella che vidi maggiormente utilizzare nella mia vita di medico dello sport, è stata senza dubbio quella che si avvale della tecnica ricostruttiva attraverso prelievo ed impianto della componente centrale del tendine rotuleo dell’Atleta stesso. Tale metodica ha i suoi tempi scanditi dal prelievo che viene effettuato, specie nella sua inserzione prossimale sul polo inferiore della rotula e che per poter guarire, come evento fratturativo, richiede un periodo di stop intorno a 3 mesi. Ciò ha fatto sì che il recupero con questa tecnica sia considerato più dilatato rispetto agli altri, quelli che non utilizzano cioè tale importante struttura. Tale tecnica è senza dubbio quella che fornisce le garanzie maggiori riguardo la stabilità del ginocchio ed il recupero che sopra spiegato viaggia dai 4-5 mesi fino, come avete visto, a data da destinarsi. Noi abbiamo sempre tenuto una media inferiore ai 5 mesi per restituire al campo, in forma agonistica, l’Atleta, Emerson, Di Francesco, Totti ecc. in ordine cronologico.
La tecnica, viceversa che si avvale di altre strutture tendinee, precisamente il gracile e semitendinoso, rappresenta un soluzione più rapida ed anche in tempi inferiori ai 4 mesi si può rivedere in campo l’Atleta.
Da cosa dipende il tempo?
Presto detto bravura del Chirurgo che opera e dello staff che riabilita, fifty-fifty, anche se secondo alcuni sarebbe 40-60, a vantaggio dello staff di riabilitazione.
Quindi per ricapitolare, ai miei tempi il tempo di recupero sono stati sempre tra i 5 ed i 4 mesi, in questo ordine in quanto per Emerson ed Eusebio di Francesco impiegammo un po meno di 5 mesi, nel caso del Capitano, poco più di 4. Ricordo spiegandone il perché; nel caso Emerson e Di Francesco stiamo parlando del 2000, quattordici anni orsono, mentre per Francesco era 8 anni dopo e precisamente il 20 aprile e ad agosto era regolarmente in campo, esattamente 4 mesi dopo.
Oggi a distanza di 6 anni potremmo fare ancora meglio.