Corriere della Sera (L. Valdiserri) – La vittoria “millimetrica” contro la Fiorentina – con i gol dell’1-0 e del 2-1 passati e ripassati al Var in una doppia attesa thriller – è ancora poco per iscrivere la Roma alla corsa per i primissimi posti, ma forse non lo è per aggiungere Tammy Abraham alla lista dei grandi attaccanti della Serie A.
Menu della serata, prima di uscire con i crampi: due assist (a Mkhitaryan e Veretout), una traversa, l’espulsione procurata scartando il portiere Dragowski. In più, l’inglese ha mostrato una personalità straripante che in alcuni momenti ha ricordato quella del giovane Ibrahimovic, con cui il ventitreenne di Camberwell divide anche una velocità sorprende per un atleta di quell’altezza.
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La vita è fatta di momenti in cui ci sei o non ci sei. E ieri sera Abraham c’è stato. Eccome. Merito anche di José Mourinho, che non sarebbe lo Special One se non tirasse fuori spesso autentici colpi di teatro che lasciano a bocca aperta. “Farò pochi cambi rispetto alla Conference League“, aveva detto alla vigilia. In realtà ne ha fatto uno solo ma proprio quello che nessuno poteva aspettarsi: Tammy Abraham.
La Fiorentina ha giocato una bella partita, sia quando era in inferiorità numerica sia quando l’espulsione di Zaniolo, per doppia ammonizione, ha rimesso le due squadra in pari. Italiano ha confermato nella partita a scacchi delle panchine di essere un ottimo allenatore con un grande futuro davanti a sé. Ieri sera ha combattuto alla pari con Mou in questo scontro che, 10 contro 10 e con l’estate ancora lontana dall’essere finita, è stato sorprendente per ritmo e numero delle occasioni.
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Rui Patricio ha fatto più parate di Terracciano, però la Roma è dotata di una qualità superiore che alla fine ha spezzato l’equilibrio. I primi due gol sono arrivati giocando proprio sulla linea del fuorigioco, perché Mourinho ha preparato la partita sapendo che Italiano tiene la linea alta senza problemi. È stata anche questione di millimetri. Bellissimo e senza dubbio di offside, invece, il terzo gol: perfetto l’assist di Shomurodov, che si è fato notare anche come cambio di Abraham, e il tempo di inserimento di Veretout, che ha così segnato la sua doppietta da ex.