Il Messaggero (U.Trani) – Com’è possibile verificare il valore di un calciatore se non lo si fa giocare? Aveva detto mister Lucio alla vigilia: «Dzeko deve farci vedere che è Dzeko, non c’è più tempo». Il bosniaco, però, ieri in avvio si è accomodato in panchina, al fianco di Totti (tenete a mente questo nome…) e De Rossi, e non in campo. E allora? Spalletti, evidentemente, usa e si fida di altri parametri per emettere un giudizio definitivo, però il dubbio che martedì non abbia detto fino in fondo la verità resta. E che il destino di Edin sia già segnato. Poco importa, però: ciò che conta realmente è il rendimento della squadra, con o senza questo o quell’elemento. E a giudicare dal primo tempo giocato (giocato?) dalla Roma, tutte le scelte dell’allenatore di Certaldo (fischiato prima del via) sono apparse sbagliate. Ovviamente, con la collaborazione attiva di chi stava in campo. Una prima frazione alla Garcia, per intenderci. Come era accaduto a Bergamo, domenica passata. Brutta faccenda, non c’è dubbio. Roma pessima (come il miope arbitro Calvarese, a dire il vero): una fotocopia sbiadita di quella che aveva fatto stropicciare gli occhi ai tifosi e alla critica con Lucio fresco di nomina.
ARTISTA SENZA ETÀ – Roma sotto all’intervallo per l’ennesimo gol beccato su azione da calcio d’angolo. Ma inizio di ripresa come se nulla fosse accaduto, nel senso zero cambi. Dzeko, quello sotto esame, ancora con la tuta in panchina, insieme a tutte le altre riserve (Totti compreso, mah…). A dire il vero, ci sarebbe stato bisogno di cambiarne undici su undici invece tutto calmo. Poi, dopo l’ennesimo rigore negato a Nainggolan (Calvarese imbattibile, nel suo genere), dentro Dzeko. Più Uomo Speranza che attaccante da valutare, a quel punto. Fatto sta che, dopo pochi minuti dal suo ingresso, ecco la rete del pareggio, firmata da Manolas. Poi, come quasi sempre capita alla Roma, arriva il gol dell’avversario sconosciuto o di chi mai aveva gioito in precedenza, cioè Martinez, al primo centro stagionale. La squadra giallorossa, si sa, è storicamente specialista in questo genere di cose, e non ha voluto tradire la sua pessima tradizione. Nessuno, però, aveva fatto i conti con l’Inutile entrato a quattro minuti dalla fine e capace di segnare due gol, il primo dopo 23 secondi dal suo ingresso (totale 2’36” per l’Impresa), ribaltare la situazione e regalare tre punti alla sua Roma. «Una bella emozione», il suo laconico commento. Dzeko sarà pure sotto esame, ma Francesco Totti deve essere clonato. Al più presto.