Corriere della Sera (P. Casarin) – Da sempre sono attratto dalle regole del calcio che i ventidue sono in grado di osservare in modo che il risultato sia frutto di gol onesti. Da sempre osservo anche l’impegno degli arbitri e, negli ultimi anni, l’accettazione da parte loro della tecnologia (Var) che ha l’unico scopo di cancellare i loro errori certi. Hanno accettato un correttore. Guida, con Mazzoleni alla Var, hanno arbitrato bene un derby combattuto.
Guida, dopo pochi minuti ha capito che doveva intervenire più del suo solito per tenere a freno l’agonismo. Finirà con 34 falli, il 30% in più del suo target. Per favorire il gioco ha lasciato andare dei contrasti, che non si possono configurare come falli e cioè impedimenti totali all’altro. La spallata tra Sanchez e Giroud, senza provvedimento arbitrale, rientra in questo contesto che ha finito, assieme ad altri analoghi silenzi, per migliorare il livello del gioco. Il Var non è intervenuto perché non ha colto errori certi e significativi di Guida: ha condiviso le scelte dell’arbitro. Semplicemente.
Più complesso l’episodio di Roma-Genoa. Arbitro Abisso e Nasca alla Var. Zaniolo segna e Abisso conferma. Festeggiamenti prolungati: finalmente Nasca chiama Abisso. Decisione lentissima del Var: la tv produce cinque minuti di dubbi. Abisso al monitor vede finalmente Vasquez allontanare il pallone da terra, in ritardo Abraham pesta il piede del genoano. Dalla tv non emerge l’intensità del contrasto, totale incertezza. Abisso ora non può fare l’arbitro: deve accettare la sentenza tecnologica che non misura. Dopo i rigorini imposti arriveranno i pestoncini?