Corriere Dello Sport (F.Zara) – Il «Rischiatutto» è anche un bel programma, ma non fa al caso del Bologna. Consulto decisivo, ieri a Casteldebole. Staff tecnico, staff medico, Destro. Guardarsi in faccia, decidere che è meglio di no. Destro non giocherà contro la Roma. Niente incrocio pericoloso contro la sua ex squadra. Fermo. Per cautela, per saggezza. Rischiare? Ma anche no.
COL PALERMO – E quindi: Destro sarà abile e arruolabile soltanto dopo la sosta, quando il Bologna – domenica 20 novembre al Dall’Ara – affronterà il Palermo. Voce del verbo preservare. Per tempi migliori. Quando sarà più utile alla causa. Quando, soprattutto, la percentuale di un infortunio tornerà a dipendere dal destino e non da condizioni fisiche che – al momento – offrono certezze sì, ma con riserve, e molte. Destro serve al Bologna, questo è acclarato. Ma serve integro. Il centravanti questa settimana ha svolto un paio di allenamenti con la squadra e ha mandato segnali positivi a Donadoni. E’ molto, viste le premesse. Ma non è ancora abbastanza (per giocare). Un passo avanti, ma non determinante per resettare tutto e archiviare l’infortunio. Ricordiamo: Destro si è infortunato il 2 ottobre, dolore avvertito nel finale di Bologna-Genoa, responso: lesione di primo grado al soleo della gamba destra. A sconsigliare l’utilizzo di Destro domani all’Olimpico sono alcune considerazioni condivise tra allenatore, medici e lo stesso giocatore. Nessuno, in realtà, se la sente di giocare un jolly che potrebbe rivelarsi penalizzante. L’arrivo della sosta, in questo caso, è funzionale ai tempi di recupero di un giocatore che sta vivendo il suo secondo stop pesante da quando è a Bologna. L’anno scorso si infortunò il 12 marzo e saltò tutto il finale di stagione (9 partite saltate). Quest’anno (su 11 giornate) le partite saltate sono già quattro (Lazio, Sassuolo, Chievo, Fiorentina) più una, quella con la Roma. Donadoni ora dovrà decidere se convocarlo comunque e portarlo in panchina o lasciarlo a Bologna.
DUE PER UNO – A questo punto l’assenza di Destro all’Olimpico – dopo un paio di giorni in cui il dubbio c’era – riapre le porte alla coppia formata da Floccari e Sadiq. Uno dei due partirà titolare contro la Roma. La sensazione, oggi, è che Donadoni, già in emergenza con una squadra rivoluzionata, faccia prevalere l’esperienza e quindi conceda il primo tempo a Floccari, per poi lanciare – come è già successo nelle ultime uscite – Sadiq. Per entrambi la sfida con la Roma si colora di rivalsa. Per l’ex laziale Floccari si tratta di un derby, mentre Sadiq – passato in prestito al Bologna la scorsa estate – andrà ad affrontare i compagni di una squadra che resta la sua e dove, se farà bene in maglia rossoblù, potrebbe tornare.
IN DIFESA – Dzeko fa paura. Ma la paura in qualche modo bisogna vincerla. A marcare il bosniaco, già 10 gol in serie A, redu c e dalla doppietta di Europa League a Vienna; sarà quasi sicuramente un ragazzo di 23 anni, che quest’anno ha giocato tre partite da titolare e uno spezzone, un difensore catapultato in squadra per ovviare a squalifiche (Gastaldello) e infortuni (Maietta) che però ha dimostrato, fin da subito, sangue freddo e personalità. Si chiama Filip Helander, è svedese, il Bologna l’ha preso all’ultimo giorno di mercato dal Verona. Ha già affrontato Dzeko (e Salah), nel gennaio di quest’anno, quando il Verona ha imposto il pareggio alla Roma (1-1): prestazione dignitosa, chiusa senza sbavature. Segnali incoraggianti per Donadoni, che schiererà una difesa giovanissima. A destra, con Torosidis indisponibile (è ancora acciaccato), si giocano la maglia Krafth (22 anni) e Mbaye (21). A sinistra Masina (22). I due centrali – considerata l’indisponibilità dei due veterani Gastaldello e Maietta – saranno Helander (23) e uno tra Oikonomou e Ferrari (entrambi 22). L’età media si aggira sui ventidue anni, a meno che Donadoni non decida di affidarsi all’esperienza del trentenne Dzemaili, già provato da centrale difensivo per un’ora con la Fiorentina.