Domino in panchina

Il Corriere della Sera (M.Colombo) – Non è ancora arrivata la primavera, ma a giudicare dalla fibrillazione attorno alle panchine di mezza Serie A e delle superpotenze d’Europa è come se fossimo nel pieno dell’estate. Luis Enrique annunciando l’addio al Barcellona a fine stagione ha dato il via all’ipotetico domino degli allenatori. A meno di un terzo dalla fine del campionato e con il ritorno degli ottavi di Champions League ancora da disputare, rumors, trattative e casting sono iniziati. Per la panchina più ambita del continente i vertici blaugrana stanno studiando una serie di profili, fra cui figura anche quello di Massimiliano Allegri che, avviato a conquistare il terzo scudetto e reduce da rapporti non proprio idilliaci all’interno dello spogliatoio, potrebbe lasciare Torino e la Juventus. Certo, non è il livornese il primo della lista, visto che il Barça intende affidare la conduzione della squadra a un tecnico che conosca l’ambiente blaugrana (occhio a Valverde, Koeman, Sampaoli). Dopo aver tuonato «o me o lui» dopo la lite con Bonucci, non sarebbe semplice per Max rimanere alla Juventus nonostante il contratto fino al 2018. Dipendesse da lui lavorerebbe in Premier League, a Londra lo hanno accostato all’Arsenal, dove dopo vent’anni potrebbe chiudersi l’avventura di Wenger. In Italia guiderebbe solo l’Inter, da un lato per tornare a vivere a Milano, dall’altro per centrare il formidabile obiettivo di vincere con le tre grandi squadre del Nord. Chi al suo posto? Marotta apprezza da anni Luciano Spalletti, già contattato nel 2011 per il dopo Delneri: non a caso il tecnico di Certaldo sta tenendo con il fiato sospeso la Roma, rimandando ogni valutazione sul futuro a fine stagione. Andrea Agnelli invece preferirebbe altre figure, da Diego Simeone (sotto la lente d’ ingrandimento anche di Suning) a Paulo Sousa che ha terminato il ciclo a Firenze.

Sotto la Madonnina la situazione è fluida. Vero è che Stefano Pioli ha dato stabilità all’Inter, dopo il tragico avvio di stagione contrassegnato dal duo Mancini-De Boer. Però senza un piazzamento in Champions, dopo essere stato scelto dall’anima italiana del club, non sarà scontato ottenere dalla proprietà cinese la riconferma. Ecco perché i contatti fra i nerazzurri e l’entourage di Antonio Conte sono continui: iniziati in autunno quando il Chelsea faticava a decollare in Premier, non si sono interrotti. Certo, davanti alla prospettiva di disputare la Champions il prossimo anno, non sarebbe indolore salutare Stamford Bridge. Ma l’Inter pressa e l’ambientamento a Londra dell’ex c.t. non è ottimale. Sull’altra sponda del Naviglio, Montella viene a parole confermato «al 100%» sia da Adriano Galliani sia dai possibili futuri proprietari cinesi. Ci sono però due variabili: anche senza qualificazione all’Europa League la fiducia sarà immutata? Quanto conterà il parere di Silvio Berlusconi che non ha con il tecnico campano un rapporto di stima incondizionata? Di certo, il Milan rappresenta il sogno della vita per Maurizio Sarri, ai ferri corti con Aurelio De Laurentiis. Chi gli sta vicino giura che per liberarsi debba pagare una penale salatissima da 8 milioni. Ma se si spostasse con il fido Albiol (coperto da una clausola di 5) il pacchetto sarebbe a prezzi accessibili. Chissà se la cifra sarà alla portata della Fiorentina, dove Corvino ambisce al tecnico dei partenopei per il dopo Sousa (Giampaolo l’alternativa). Per ora scenari, a giugno chissà.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti