Campinas, 6 febbraio 1992, nasce José Rodolfo Pires Ribeiro, meglio conosciuto come Dodò. Biondo, folta chioma riccia, corporatura esile ed un sogno nel cassetto, quello un giorno di diventare il terzino sinistro della nazionale brasiliana. Un fisico non imponente, 177 cm d’altezza, ma nonostante ciò inizia a coltivare la sua passione ed approda nelle giovanili del Corinthians dove si forma calcisticamente.
Il 4 marzo 2010 a soli 17 anni e 9 mesi debutta in prima squadra nella partita disputatosi contro il Botafogo. Un predestinato Dodò. A dargli la gioia dell’esordio fu Mano Menezes, attuale allenatore del Flamengo. Tra i suoi maestri c’è stato Roberto Carlos; compagni di squadra nel Corinthians nel 2010, l’ex terzino di Inter e Real ha insegnato l’arte della fascia al giovane Dodò. L’attuale allenatore del Sivasspor se lo è cresciuto e gli ha pronosticato un grande futuro. Futuro che il giovane terzino ha iniziato a disegnarsi fin da subito: il primo gol nel Brasilerao lo ha siglato il 4 settembre 2011 con la maglia del Bahia.
Nel club di Salvador Dodò è riuscito ad affermarsi come titolare, collezionando ben 15 presenze. Purtroppo per, il 16 novembre, data di Internacional-Bahia, ha subito un brutto infortunio: una lesione del legamento crociato del ginocchio destro che lo ha costretto a star fermo almeno fino a maggio 2012.
Poco più di tre anni fa i dirigenti del Manchester United decisero di fargli fare uno stage di 15 giorni in Inghilterra e alla fine gli comunicarono la decisione di confermarlo, pronti anche a pagare una clausola di ben 6 milioni di euro. La risposta di Dodò fu di quelle che non ti aspetti: no grazie me ne trono a casa da Roberto Carlos.
Svincolatosi dal Corinthians approda il 3 luglio 2012 alla Roma. La preparazione, agli ordini di mister Zeman è stata tutt’altro che facile per il giovane brasiliano, ancora alle prese con il recupero del suo “ginocchio destro”. Il 28 ottobre 2012 fa il suo esordio ufficiale con la maglia giallorossa, nella gara persa in casa 3 a 2 contro l’Udinese. Nel momento migliore della sua prima stagione italiana arriva,però, la trasferta “suicidio” di Parma: su un campo ai limiti della praticabilità Dodò viene mandato in campo ed il suo ginocchio inevitabilmente ne risente; la maglia da titolare sarà nuovamente indossata dal giovane brasiliano soltanto nell’ultima giornata di campionato, contro il Napoli.
Proprio dal Napoli Dodò vuole ripartire, e vuole farlo nel migliore dei modi per dimostrare che quel ragazzino biondo e riccio è finalmente diventato un calciatore da Roma
Daniele Scasseddu