Pagine Romaniste (L. Meriggioli) – Fine dei giochi. La Roma dopo la nefasta sconfitta al Franchi con la manita della Viola ha bisogno di un cambio di rotta, quello che è arrivato circa 40 giorni fa per molto meno. Perché se è vero che Juric è solo parte del problema, va pur detto che un “figlio di Roma” è stato cacciato in maniera repentina dopo appena quattro giornate e una sconfitta con l’Empoli. Tutto ciò che di buono è stato fatto l’anno scorso da De Rossi è stato dimenticato al netto delle ultime partite.
E non parliamo solo di risultati (vedi Milan e Derby) che nella Capitale mancavano da un pezzo. Ma anche di intuizioni tecniche che hanno stravolto in positivo la squadra: Svilar, tra i migliori portieri dell’intero campionato e d‘Europa fino all’arrivo di Daniele era rilegato alla panchina. Per non parlare dell’imposizione proprio quest’estate di bloccare la cessione di Pisilli.
I tifosi giallorossi, nonostante l’avvio difficile anche con DDR in panchina, vedevano un futuro, delle speranze, una luce in fondo al tunnel che al momento sembra essere invece fulminata. La squadra era stata costruita, seppur con tutte le carenze del caso (vedi terzini) per il gioco di Daniele. La Roma, oltre a una grandissima confusione tattica, è in balia del subbuglio che a Trigoria regna sovrano. A più di un mese dalle dimissioni (mascherate) della CEO Lina Souloukou non è ancora stato trovato un suo successore.
In quello che forse è uno dei punti più bassi toccati dal club negli ultimi vent’anni a metterci la faccia in conferenza stampa sono Juric e capitan Pellegrini. Nessun dirigente, tantomeno qualcuno della presidenza, che in un momento come questo si trova dall’altra parte del mondo. Provocazione: ieri sera allo stadio San Siro è andato in scena il derby d’Italia tra Inter e Juventus. Chi era presente al fianco delle squadre? Risposta forse scontata (non a Roma): presidenza, direttore tecnico e direttore sportivo.
Il tempo scorre, i treni sono già partiti, ma il passeggero smarrito chiamato Roma è ancora alla stazione. Finora sono state giocate nove giornate, con 29 ancora da giocare. In svantaggio sì, ma non tutto è ancora perso. È questo il momento di tornare sui propri passi, di ammettere gli errori di valutazione che sono stati fatti e tornare a dare un’anima a questo club. Riprendere De Rossi va bene, ma a patto che con lui arrivi un degno direttore che conosca l’ambiente e la piazza. Un nome a caso? Claudio Ranieri, potrebbe essere questa la soluzione. Altri suggerimenti? Boniek, Burdisso.
Non c’è più margine di errore. Non c’è più tempo da perdere.
Foto: [Paolo Bruno] via [Getty Images]