Criticità degli attuali contratti sui diritti tv e prospettive del mercato. È attorno a questi temi che si sono svolti gli incontri di oggi in Lega calcio tra una delegazione delle società di serie A, l’advisor Infront e il vice direttore generale della Rai, Antonio Maran, il presidente di Mp & Silva, Riccardo Silva, l’ad di Rti Marco Giordani e l’ad di Sky Italia Andrea Zappia.
«Una giornata che è servita molto a tutta l’assemblea di Lega che ha ascoltato quattro ottime e interessanti relazioni che ci consentono di fare un approfondimento della situazione in essere e degli scenari futuri», ha sintetizzato alla fine il presidente della Lega Maurizio Beretta che ha convocato l’assemblea generale per il prossimo 7 ottobre. «Qualcosa comunque – ha concluso Beretta – che nulla ha a che fare col bando di assegnazione che deve essere realizzato secondo le procedure note».
In altre parole c’è stata una ricognizione per capire se l’intreccio fra la crisi economica, il rallentamento dei ricavi pubblicitari e delle entrate delle pay-tv metterà a rischio gli incassi dei club di serie a pari a tre miliardi di euro nel triennio 2012-’15 e che rappresentano più del 65% del fatturato complessivo del movimento calcio. Sullo sfondo – ma come estrema ratio se proprio tutto dovesse precipitare – resta la possibilità della tv della Lega con la quale produrre e vendere direttamente le partite a 4/5 milioni di tifosi appassionati, tanti quanti sono la platea potenziale degli attuali abbonati alle pay tv. La tv della Lega comunque è più che altro una ipotesi che serve a creare un’alternativa all’assenza di competitor per Sky sul satellite e Mediaset sul digitale terrestre.
Una specie di fantasma di concorrenza, visto che, diversamente da quanto avviene in altri paesi, in Italia una concorrenza vera non c’è. D’altra parte le società venerdì scorso avevano subito trovato un accordo (stimolato peraltro da una lettera di un gruppo di sette società capitanate da Juve e Inter) a esplorare per tempo ogni sistema per ottenere il massimo dalla vendita dei diritti, a cominciare proprio dal sondare le esigenze, le aspettative, ma anche le intenzioni dei loro principali clienti. Oggi ne hanno avuto un assaggio. Tra l’altro, alle società sarebbe stato chiesto di migliorare gli stadi e l’immagine complessiva del prodotto calcio.
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