Una squadra tutta nuova sul campo ed una dietro la scrivania che ha stravolto i suoi equilibri. Mentre nasceva la Roma di Fonseca, il club è passato dalla gestione di Baldissoni, Monchi, Massara e Totti a quella di Fienga, Calvo e Petrachi, con il consulente Baldini che continua a esserci pur se non si vede. Un ribaltamento vero e proprio, con una filosofia generale più improntata alla «concretezza» e un po’ meno attenta alla vocazione internazionale. L’ultimo passaggio formale si è consumato nel cda di giovedì, che ha visto l’insediamento nel board di Fienga e la sua nomina ad amministratore delegato oltre a quella di Ceo. In realtà si tratta soltanto di un aggiustamento di natura tecnica, perché i ruoli erano stati ridistribuiti nei mesi scorsi, con Baldissoni diventato vicepresidente ma con delega solo sul progetto del nuovo stadio e Calvo passato dalla carica di direttore dei ricavi (Cro) a quella di direttore operativo (Coo).
A giugno 2020 il cda arriverà a scadenza naturale e quello sarà un momento che potrebbe segnare un altro passo verso la graduale uscita di Baldissoni, ormai fuori dalla gestione del club. È proprio attorno alla sua figura che si incardina il cambiamento, essendo lui l’uomo che ha trovato gli americani nel 2011, li ha convinti a comprare la Roma e poi ha gestito nel corso degli anni i complicati rapporti tra Boston e Trigoria. Ora Pallotta ha incaricato altri dirigenti, in primis Fienga, a guidare il progetto giallorosso che si appresta a vivere dei mesi cruciali. Nella trimestrale approvata dal cda l’indebitamento finanziario netto consolidato al 30 settembre 2019 è salito a 272,1 milioni di euro per via del bond da 275 milioni emesso lo scorso agosto. L’assemblea dei soci ha già approvato l’aumento di capitale fino a 150 milioni, ma c’è bisogno di nuova linfa se si punta a competere ancora più in alto.
Stanno intanto proseguendo gli incontri fra i tecnici del Comune e la Roma per il progetto di Tor di Valle. Nella riunione di inizio settimana è stato affrontato il tema dei 18 milioni di euro che il Campidoglio ritiene di dover avere dai proponenti in aggiunta a quanto già stabilito. Già fissate altre due riunioni, una plenaria con la presenza anche dei tecnici di Città Metropolitana e una solo di staff legali per rifinire il testo della Convenzione. L’iter per il voto oramai slitterà a dopo la Befana e di conseguenza l’inizio dei lavori non prima di autunno 2020. Sul fronte della proprietà, il dossier giallorosso continua a far gola a diversi potenziali investitori internazionali. Oltre al gruppo texano Friedkin che ha avviato la due diligence sulla controllante As Roma Spv Llc, ci sarebbero altri soggetti che avrebbero manifestato un interesse a valutare l’ingresso nel club. Da capire se come soci di minoranza o se pronti a sostituire sul ponte di comando Pallotta, che valuta il club 1 miliardo. Lo riporta Il Tempo.